di Marcello Zacché
A dare la sua zampata sul momento cruciale della pay tv italiana è arrivata, con tempismo eccezionale, Mediobanca. È bastata una nota giornaliera degli analisti di Piazzetta Cuccia, una paginetta sull'industria televisiva nazionale, per lanciare una proposta clamorosa sia dal lato industriale e finanziario sia da quello politico: Sky Italia e Mediaset Premium insieme nella pay tv. Ovvero, Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch soci.
Che Mediobanca si occupi della questione e lo faccia in questi giorni di metà novembre conferma, al di là delle provocazioni di Pierluigi Bersani sui rapporti tra Renzi e Berlusconi, che il settore delle tv, allargato alle tlc, sia in piena ebollizione. E che gli interessi degli attori in campo vadano ben al di là delle proprie aziende, diventando interessi dell'intera comunità di cittadini e consumatori italiani. Non solo. Ma la Mediobanca di oggi - ancorché a scrivere i report sia la società Securities e non direttamente la banca d'affari guidata da Alberto Nagel - è particolarmente autorevole nel produrre considerazioni di questo tipo per due motivi: il primo è che tra i suoi grandi soci ci sono sia Mediolanum sia Fininvest, che insieme contano più del 5,5%, «terzo socio» assoluto; il secondo è che da oltre un anno Mediobanca è sempre più presente a Londra - dove ha il suo ufficio Stefano Marsaglia, co-resposabile dell'investment banking, e dove da qualche mese Nagel ha preso casa - per intercettare alla fonte i bisogni e i business europei più rilevanti. Ed è proprio a Londra che ha sede BSkyB, il gruppo televisivo di Murdoch che da giovedì scorso è il nuovo azionista di Sky Italia, in seguito a un passaggio societario interno al gruppo Murdoch, ma non per questo di poco conto.
Da Londra è infatti molto più chiaro, rispetto al resto d'Europa, che passando dalla ex Newscorp (21 Century Fox) alla BSkyB, per Sky Italia il cambiamento sarà epocale: è vero che entrambi fanno capo a Murdoch. Ma mentre Newscorp era una conglomerata editoriale all'interno della quale Sky Italia completava una presenza internazionale, BSkyB (controllata anch'essa da Newscorp) è un'altra cosa: un colosso della pay tv mondiale, una macchina da soldi con 10,7 milioni di clienti, con un suo management ora ben deciso a far funzionare le cose anche in Italia. Dove non vanno per il meglio: dopo le forti accelerazioni del decennio scorso, i clienti, arrivati a 4,9 milioni, si sono ridotti a 4,7: nelle intenzioni del gruppo avrebbero dovuto già essere sopra quota sette milioni. I ricavi, che due anni fa erano 2,972 milioni, sono arretrati a 2,847 (dati 2014); il ricavo medio per abbonato è passato da 535 a 507 euro; il risultato ha chiuso in rosso per 8 milioni (due anni fa erano utili per 90 milioni).
Anche Mediaset ha appena modificato la struttura societaria della pay tv: da venerdì si sa che il primo dicembre nascerà Mediaset Premium, per la quale il Biscione cerca soci (e dove Telefonica è appena entrata con l'11%). Mediaset Premium ha 2 milioni di clienti, con un fatturato stimato da Mediobanca di 680 milioni di euro, di cui 550 dagli abbonamenti e il resto da pubblicità. Ma il business, nato in ottica difensiva proprio rispetto a Sky, non raggiunge la massa critica necessaria per generare margini.
Per Mediobanca è evidente che i due modelli presentino le stesse debolezze, legate ai costi crescenti dei contenuti, a fronte di abbonati insufficienti a ripagarli. Per questo i due concorrenti potrebbero risolvere i loro problemi mettendosi insieme.
Bisognerà però vedere a quali condizioni, perché non risulta che Mediaset sia interessata a cedere Premium. Trovare soci sì, ma senza privarsi della pay tv. Certo, da ieri, si sa che a Londra c'è qualcuno interessato ad aprire un nuovo dossier. Che questi possa essere solo Mediobanca, o anche BSkyB, si vedrà molto presto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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