Sarà decisiva l'affluenza nell'assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset chiamata oggi a votare il cambio di governance proposto da Fininvest. È infatti necessario un consenso del 66% dei votanti per approvare la proposta di delibera che prevede la riduzione del numero dei consiglieri nel range 7-15 (rispetto all'attuale 5-21), l'introduzione di un premio di maggioranza per la lista che ottiene più voti (in un cda con 7-11 membri questa lista avrebbe tutti i consiglieri tranne due, in un cda fatto di 12-15 li avrebbe tutti tranne tre), un sistema proporzionale per le liste di minoranza e la possibilità per il board di presentare una propria lista di candidati.
Se come riferito dalle indiscrezioni, l'azionista Vivendi (col 29,94% dei diritti di voto) non si presenterà, la riforma sarà alla portata, visto che Fininvest detiene il 41,09%. In questi giorni è scaduto il periodo in cui la holding dei Berlusconi non poteva incrementare la propria quota avendo già fatto acquisti pari al 5% nell'ultimo anno. Fininvest potrebbe quindi acquistare un altro 3,5%, anche se le trattative con Vivendi per Premium consiglierebbero una posizione di stand-by.
Quanto al merito della riforma, ricorda Fininvest, il sistema di governance attuale di Mediaset resta uno dei pochi tra le società del Ftse Mib a mantenere un sistema di nomina con metodo proporzionale puro; una modifica porterebbe «efficienza», cioè decisioni più rapide, e «riduzione dei costi», pur permettendo ai soci di minoranza di essere rappresentati.
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