"La nostra Volkswagen non si tocca"

Il sindacalista italiano di Ig Metall: "Fuori i colpevoli ma basta ribaltoni, ora un piano per riconquistare i clienti"

"La nostra Volkswagen non si tocca"

«Noi italiani non abbiamo nulla da invidiare agli altri, vendiamo idee al mondo intero. La Golf l'ha disegnata Giorgetto Giugiaro. Senza gli italiani, forse, la Volkswagen non sarebbe diventata quello che è». Francesco Antonio Garippo, 57 anni, da Palomonte, nel Salernitano, è uno degli 8mila italiani che vivono a Wolfsburg, la città di oltre 120mila abitanti della Bassa Sassonia nata attorno alla fabbrica Volkswagen che ha dato vita al Maggiolino, l'«auto del popolo». Come il papà Vito, immigrato in Germania nel '57, è operaio della Volkswagen (vi è entrato nel '76, proprio quando è nata la Golf), e dall'84 fa parte del consiglio aziendale dell'Ig Metall, il potente sindacato metalmeccanico tedesco che cogestisce il colosso automobilistico, ora protagonista del più grande scandalo che ha coinvolto un'azienda del settore.

Garippo, sindacalista di punta, spesso in Italia a parlare di cogestione e «modello Volkswagen» nei rapporti azienda-forza lavoro, quando parla del gruppo tedesco lo fa con orgoglio, usando sempre il «noi», perché «qui a Wolfsburg oltre il 90% dei dipendenti si identificano con l'azienda; siamo felici di lavorarvi e la formula della cogestione garantisce il rispetto reciproco e la sicurezza dei posti di lavoro». E il «dieselgate»? «È stato un lampo - commenta Garippo - qualcosa che nessuna s'immaginava potesse accadere. Volkswagen è un'azienda innovativa, tecnologica, che ha sempre guardato alla qualità. Importante, ora, è lavorare tutti insieme per riconquistare la fiducia dei clienti». E ora che il titolo è precipitato alla Borsa di Francoforte («anch'io ho qualche azione») e che si profila un maxi-esborso per far fronte ai richiami e alle class action, la fedeltà della forza lavoro potrebbe essere determinante per il futuro. «È la nostra azienda - aggiunge il membro dell'Ig Metall - e ci ha sempre rispettati. Ecco perché in questo momento difficile tutti quanti siamo stretti a essa. E nessuno ce la deve toccare. È questo il clima che si respira a Wolfsburg».

Ma un punto imprescindibile, secondo il sindacato, è che il conto finale dello scandalo «non sia pagato dagli operai», bensí dai responsabili e da chi sapeva e si ostina a non dire nulla. L'azienda, in proposito, ha deciso di «premiare» chi svelerà ogni retroscena mantendogli il posto di lavoro. «Può succedere ancora di tutto - aggiunge il sindacalista campano - e sui 60 milioni di buonuscita all'ex ad Martin Winterkorn non ho nulla da dire, in quanto non sono state ancora prese decisioni. È stato un grande manager e ha fatto molto per Vw. Ho grande rispetto». Un socio di peso del gruppo ha intanto già chiesto la testa del nuovo numero uno, Matthias Müller, ritenendolo espressione della vecchia guardia, quindi legato a doppio filo con il «dieselgate». «Più che ai tagli delle teste - osserva Garippo - bisogna pensare a che cosa fare. Servono persone che conoscono l'azienda e capaci di prendere in mano la situazione. E Müller è tra queste».Un operaio di Vw impegnato sui tre turni percepisce ogni mese tra i 2.500 e i 2.700 euro, ma può arrivare anche oltre. E qui il colloquio scivola ancora sul tema della cogestione, di cui si discute anche in Italia. «È sicuramente un sistema meno conflittuale - precisa Garippo -, un modello di partecipazione che, garantendo l'equilibrio del potere, potrebbe funzionare benissimo anche in Italia. Spero che il premier Matteo Renzi faccia due riforme sul lavoro: un patto sociale che riduca le conflittualità e sposi il sistema duale di apprendistato tedesco in grado di contrastare la disoccupazione giovanile. Ogni ragazzo, finita la scuola, deve qualificarsi prima di entrare mondo del lavoro, solo così potrà crescere. È la base della quarta rivoluzione industriale».

Ig Metall collabora con la Fiom di Maurizio Landini, sindacato rimasto però fuori dalla contrattazione con la Fca guidata da Sergio Marchionne. «Quando accade qualcosa del genere - puntualizza Garippo - è chiaro che il conflitto è già programmato. Bisogna discutere di più e con rispetto. In Italia si è perso un mucchio di tempo negli ultimi anni.

Ci sono tante risorse sfruttate male o per nulla, E noi, che qui in Germania amiamo l'Italia forse l'Italia più di voi, ci fa male vedere come si possa affogare in un bicchier d'acqua». E l'ipotetica alleanza Volkswagen-Fca? «È qualcosa che noi operai in Germania abbiano sognato in passato. C'è sempre stata una buona collaborazione».

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