Ora i sindacati temono lo spezzatino di Tim

La Cgil: «Chiesto un incontro al Mise e con l'ad Genish, ma Di Maio nicchia. La paura dello stallo

Ora i sindacati temono lo spezzatino di Tim

La situazione di Tim - e il rischio di uno stallo sul fronte strategico creato dalle lotte interne al capitale tra Vivendi ed Elliott - impensierisce non solo la Borsa, dove il titolo è fermo da settimane intorno ai 50 centesimi (-1% ieri in chiusura), ma anche i sindacati. Tim è infatti considerata un'azienda strategica e in grado di creare nuova occupazione sopratutto dopo l'accordo del giugno scorso: 4.500 «tagli» tra prepensionamenti e uscite volontarie per abbassare l'età media dei dipendenti (oltre 45 anni) giudicata elevata.

«Il problema - ha spiegato Vito Solari segretario della Slc Cgil- è che a giugno eravamo d'accordo con il ministro Luigi Di Maio, che si sarebbe aperto un tavolo di confronto tra sindacati, azienda e ministero del Lavoro sulle strategie. Invece, nonostante le molte sollecitazioni, tutto tace».

I sindacati rimarcano poi come la situazione sia confusa anche dal punto di vista societario per le tensioni tra Vivendi ed Elliott. «In un momento simile, con gli attuali valori del titolo e l'alto livello di debito, il rischio - ha detto Vito Vitale, segretario della Fistel Cisl - è che si finisca per optare per lo scorporo della rete e per un piano di dismissioni che, di fatto, produrrebbe lo spezzatino di quello che oggi è un campione nazionale. Telecom rimarrebbe una società di soli servizi di tlc, con la conseguente necessità di nuovi esuberi». A dire il vero, al momento, non ci sono sviluppi anche sul fronte Agcom, che deve esaminare il piano di Tim per lo scorporo della rete.

L'unico fatto certo è l'esborso, pari a 2,4 miliardi, che Tim deve affrontare per l'acquisto delle frequenze 5G. Un boccone amaro per il gruppo: l'esborso infatti è molto oneroso rispetto a quanto hanno speso i gestori in altri Paesi per aggiudicarsi frequenze similari. Il che si tradurrà per gli utenti, in servizi, forse più efficienti, in quanto sia Tim sia Vodafone sono state costrette a comperare - vista come è stata strutturata la gara dal ministero dello Sviluppo economico - un notevole bouquet di frequenze, ma probabilmente più cari. L'azienda però rivendica di stare lavorando sul fronte della digitalizzazione, vedi l'accordo con Amazon per Alexa e i servizi 5G che saranno presentati domani a Torino, tra cui un'auto con guida autonoma. In ogni caso i sindacati vogliono incontrare l'ad Amos Genish, per avere rassicurazioni.

«Il timore - ha aggiunto Solari - è che Tim non regga la competizione , e che l'unica soluzione resti quella di scorporare la rete, vendere alcuni asset e provare a competere su mercati di nicchia. Con grave danno per l'azienda e per i lavoratori della società».

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