Pensioni, Padoan promette: "Flessibilità già in manovra". Cisl: "Fa gioco delle tre carte"

Governo alle prese con i disastri prodotti dalla legge Fornero. Ma il ministro dell'Economia dovrà districarsi tra le esigenzi di flessibilità e l’equilibrio di finanza pubblica

Pensioni, Padoan promette: "Flessibilità già in manovra". Cisl: "Fa gioco delle tre carte"

"Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di stabilità e compatibilmente nel quadro generale delle finanze pubbliche". Nel corso dell’audizione di fronte alle Commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan usa parole molto ponderate per affrontare il nodo sulle misure di flessibilità in uscita in materia di pensionamento. Il dossier è sul tavolo del governo. Ma l’esecutivo deve districarsi tra le esigenzi di flessibilità e l’equilibrio di finanza pubblica per cercare di trovare una soluzione per quei lavoratori e quelle lavoratrici che nel 2016 si troveranno di fronte a uno "scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla legge Fornero", come sottolineato dal titolare del Lavoro, Giuliano Poletti.

Il governo stringe sul tema delle pensioni, che resta sullo sfondo della prossima legge di stabilità. Al momento il governo sta pensando all’uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratta di una nuova "opzione donna" che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell’assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia. Per gli uomini, invece, le strade sono diverse, ma riguarderebbero principalmente quelli che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione. "La spesa media per le prestazioni pensionistiche - ha commentato il presidente dell'Inps, Tito Boeri - è più alta per gli uomini che per le donne, nel 2014 mediamente le pensioni degli uomini sono risultate del 40% circa più alte rispetto a quelle donne".

"Ogni cambiamento del sistema pensionistico - spiega Padoan - va attentamente valutato tenendo conto delle implicaizoni per i conti pubblici". Quello che al momento è certo è che la flessibilità non sarà generalizzata, distribuita "a pioggia", ma dovrà essere ben calibrata, soprattutto tenendo conto dei costi relativi. L’idea di base è di portare ad un bilanciamento del sistema pensionistico nel medio-lungo periodo, ma eventuali squilibri, anche minimi nell’immediato, devono essere comunque coperti. Il ministro dell'Economia ha evidenziato "alcuni aspetti da considerare". A partire dal fatto che "in una società con un incremento di vita atteso è ipotizzabile un progressivo aumento dell’età di pensionamento". Inoltre, ha ricordato che il nostro è un Paese "caratterizzato da un elevato debito pubblico". E, infine, che "ogni eventuale intervento di anticipo determina un aumento di spesa e necessita di copertura finanziaria, il meccanismo attuariale potrebbe non essere sufficiente".

Sul tavolo resta anche la questione esodati. Mentre i sindacati continuano il presidio davanti alla Camera, il governo conferma il massimo impegno per trovare una soluzione definitiva. "Ci impegniamo ad accertare le risorse per un nuovo definitivo intervento di salvaguardia degli esodati rimasti fuori dagli interventi precedenti - garantisce Padoan - e a cercare soluzioni per il recupero delle economie degli esercizi pregressi e il relativo utilizzo per gli esercizi successivi previa compensazione sui saldi di finanza pubblica nel rispetto degli obiettivi programmati". Anche questi interventi saranno effettuati nella legge di stabilità. "Con la speranza che questo sgomberi il campo da tutte le illazioni", conclude Padoan. Che, però, di punti fermi ne ha messi ben pochi.

"Il governo non può confondere i termini della discussione, facendo il gioco delle tre carte su esodati, opzione donna e flessibilità pensionistica - tuona il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan - Renzi faccia chiarezza, perchè in gioco c’è il destino di tante famiglie".

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