"Le pmi si assicurino sul cyber risk"

Il presidente Franzi: "Servono polizze specifiche e più formazione"

"Le pmi si assicurino sul cyber risk"

Gli attacchi informatici hanno fatto saltare in poco tempo tutti i modelli di gestione del rischio. Davanti a questo scenario l'attuale offerta tradizionale reperibile sul mercato può risultare non adeguata. È questo il tema al centro del convegno nazionale dell'Aiba, l'associazione italiana dei broker di assicurazione e riassicurazione che si svolge oggi a Roma. «Servono sicuramente nuove soluzioni stand alone (polizze di copertura del rischio specifico; ndr) per garantire le aziende, ma è altrettanto fondamentale mantenere un presidio sui rischi non trasferiti al mercato assicurativo per favorire una sempre più puntuale risposta alle nuove esigenze emergenti», spiega il presidente Aiba, Luca Franzi de Luca.

L'entrata in vigore della direttiva europea Gdpr sulla protezione dei dati personali impone l'assicurazione quasi come un obbligo. La cultura della gestione sistemica del cyber risk è cresciuta, ma «la strada da percorrere è ancora lunga», aggiunge Franzi de Luca, sottolineando che «non sempre le imprese prestano la dovuta attenzione alla strategia di mitigazione di questi rischi, un aspetto sul quale i broker Aiba giocano un ruolo fondamentale». La Gdpr, in quest'ottica, sarà uno stimolo importante. «Oggi - prosegue - il tessuto economico è immerso in un contesto globalizzato, in un ecosistema digitale fatto di interconnessioni e interdipendenze di processi che eliminano i confini spazio-temporali». Per questo motivo «serve sicuramente un'attività di formazione finalizzata a un maggiore consapevolezza delle figure apicali, soprattutto nelle piccole e medie imprese, in modo da aiutarle a comprendere l'impatto sul business di un attacco cibernetico».

A ottobre scatterà anche la nuova direttiva Idd per gli intermediari assicurativi.

«Le difficoltà che si aggiungeranno al nostro lavoro quotidiano impatteranno certamente sottraendo risorse all'attività core, in funzione di una maggiore burocrazia che a mio modo di vedere non produrrà alcun beneficio», conclude Franzi.

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