Gian Maria De Francesco
nostro inviato a Napoli
Il treno del futuro sarà in grado di anticipare le proprie necessità di manutenzione e, soprattutto, non lascerà i viaggiatori in ambasce per il malfunzionamento della connessione Wi-fi o dell'aria condizionata. È questo l'obiettivo della partnership tra Trenitalia e la multinazionale del software Sap. Progressivamente tutta la flotta del gruppo Ferrovie dello Stato, dalle Frecce ai treni regionali, sarà dotata di sensori piazzati sui componenti dei vagoni (motore, pantografo, freni e sistemi di bordo) che invieranno 5mila segnali al secondo a una centrale operativa che opera con un sistema di cloud computing, in grado di stabilire le riparazioni occorrenti.
«Se prima la manutenzione era programmata a tempo o a chilometraggio, ora il treno andrà in officina solo quando ne ha bisogno», ha spiegato l'ad di Trenitalia, Barbara Morgante. «Nel futuro ha aggiunto Bernd Leukert dell'Executive Board di Sap anche i magazzini della componentistica cambieranno perché con le stampanti 3D si produrranno in loco solo i pezzi necessari alle manutenzioni diminuendo il capitale impegnato». Entro il 2019 tutta la flotta Trenitalia saranno dotate di questa soluzione tecnologica. Il risparmio stimato è dell'8-10% dei costi di manutenzione che oggi sono 1,3 miliardi circa all'anno, dunque 100-150 milioni a fronte di un investimento di 50 milioni. Per far «parlare» componenti e computer si utilizzerà anche il linguaggio-macchina della controllata Plat.One.
L'«Internet delle cose» applicato alla manutenzione dei treni, presentato ieri al museo ferroviario di Pietrarsa a Napoli, è il primo tassello del piano industriale 2017-2026 firmato dall'ad Renato Mazzoncini che prevede anche l'integrazione con Anas. Il contratto di programma, che assicurerà al gestore pubblico delle strade l'autonomia finanziaria, «si può fare entro l'anno», ha detto il presidente Anas, Gianni Vittorio Armani, mentre il conferimento a Fs «è realistico si possa fare entro metà 2017, correndo».
In merito al Ponte sullo Stretto, Armani ha ribadito che «la confluenza in Fs comporterà una cospicua riduzione degli oneri finanziari che peseranno meno sul costo nudo del Ponte, che di circa 4 miliardi, perché Fs si finanzia allo 0,5-1%».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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