La "profezia" degli assicuratori: "Quanto manca alla fine del Covid"

Le stime dell'Ordine nazionale degli attuari, impegnati soprattutto nella valutazione dei rischi all'interno di compagnie assicurative ed enti previdenziali

La "profezia" degli assicuratori: "Quanto manca alla fine del Covid"

Il calcolo degli eventuali sviluppi legati alla diffusione dell'epidemia di Covid-19 nel nostro Paese può presentare un'ulteriore chiave di lettura, che viene fornita direttamente da chi, in ambito professionale, si dedica proprio alla valutazione dei rischi su base puramente numerica.

Qualora non dovesse esserci una recrudescenza di casi di contagio, la pandemia potrebbe estinguersi, almeno in via ipotetica, entro i mesi della stagione estiva, tuttalpiù verso la seconda settimana di luglio. Una previsione che viene azzardata dall'Ordine nazionale degli attuari ovvero coloro i quali, impegnati in particolar modo negli enti previdenziali e nelle compagnie di assicurazione, sono incaricati di valutare l'incognita "rischio" nel tempo.

"Pur consapevoli che non basta l’analisi dei numeri a risolvere tutti i problemi legati all’emergenza sanitaria intendiamo fornire una lettura attenta del fenomeno, seppur solo dal punto di vista dei numeri, affinché possa essere utile a chi deve prendere decisioni sia in ottica contingente che di prevenzione", dichiara il presidente del Consiglio nazionale degli attuari Giampaolo Crenca, come riportato da "Il Corriere". "Per questo siamo pronti a mettere le nostre competenze al servizio del Paese", aggiunge ancora.

Partendo sempre dal presupposto che non si venga a delineare una seconda ondata di contagi, già a fine maggio dovrebbe tendere allo zero la quantità di ricoveri nei reparti di terapia intensiva. I morti ogni giorno sono ancora numerosi: una lenta e progressiva diminuzione che si è attestata tra le 350 e 450 unità, ma"con un trend in diminuzione, ora più chiaro e meno altalenante, che viaggia verso i 150-300", riporta l'ordine degli attuari.

Mentre la curva dei contagi da Covid-19 pare in discesa, per ciò che riguarda l'Italia, altrettanto non si può dire per altri paesi del mondo, Europa compresa. "Fino a qualche giorno fa avevamo in Italia il 15% dei casi e il 25% dei decessi registrati nel mondo; 10 giorni fa erano l’8,5% e il 17,5%; oggi siamo al 6,1% e 12,0%", prosegue la stima. "È presumibile un’ulteriore discesa nei prossimi giorni, perché in una larghissima parte degli altri Paesi l’epidemia tendenzialmente continua a crescere, essendo nella fase ascendente della curva; in Italia, invece, è cominciata una graduale discesa. Si osserva, inoltre, una certa velocità nella crescita del fenomeno e, una volta messi in atto gli strumenti di controllo, un ritmo di decrescita più lento di quello della crescita".

Per un riscontro invece più attendibile circa la mortalità, bisognerà attendere i dati Istat di fine anno, tenendo ben presente il parametro "compensazione" nel calcolo complessivo. "Se il decesso di quanti soffrivano già di altre gravi patologie verrà attribuito al Covid-19, risulterà diminuito il numero di morti per tumori, malattie cardiovascolari, ecc... Analogamente quest’anno sarà inferiore, per le restrizioni alla mobilità e a molte attività, il bilancio delle vittime di incidenti stradali e infortuni. Difficile stabilire oggi il saldo finale", prevede ancora l'ordine degli attuari.

Al momento, quindi, si possono fare solo alcune considerazioni parziali, basandosi esclusivamente sui dati forniti dall'Iss. Nell'84% dei casi di morte per Coronavirus si tratta di over 70, una percentuale che supera il 95% quando si fa invece riferimento agli over 60. Più colpiti gli uomini delle donne (65%-35%), per quanto riguarda i decessi, mentre nel parametro "contagi" i numeri si avvicinano maggiormente.

"Se il calo procederà con questo ritmo, che appare abbastanza consolidato, questo dato molto rilevante dovrebbe scemare in un tempo relativamente breve, ragionevolmente entro la fine di maggio", precisa la stima.

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