Recordati, una delle poche multinazionali italiane del farmaco, passa in mani straniere, a una valutazione inferiore a quella di Borsa: la famiglia Recordati cede il comando al fondo Cvc a 28 euro per azione, rispetto ai 34,1 toccati ieri dal titolo che ha terminato la seduta a in rialzo del 2,1 per cento. L'operazione valuta Recordati 19 volte l'utile atteso a fine anno, contro le 22 volte cui quota ad oggi un big del pharma come la svizzera Novartis.
L'accordo per Recordati dovrebbe essere perfezionato entro l'ultimo trimestre dell'anno. Successivamente il fondo inglese dovrà lanciare un'Opa obbligatoria sul mercato a 28 euro per azione salvo che si assista a una «significativa correzione di mercato (definita come una diminuzione di più del 20% dell'indice Ftse Mib». In questo caso Cvc, spiega una nota, «intende allineare il prezzo dell'Opa al corrispettivo riconosciuto ai Recordati 82,3 miliardi al closing e 750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine».
Il fondo di private equity inglese guidato in Italia da Giampiero Mazza aveva messo nel mirino già da fine 2017 l'impresa nota nel mondo per la Lercanidipina, dopo aver rilevato sempre nel settore Doc Generici. Il nodo da risolvere era il prezzo per il gruppo che conta su un giro d'affari da 1,28 miliardi, vanta su una capitalizzazione di 7,1 miliardi e porta sulle spalle un debito finanziario di 84,6 milioni.
Cvc, in base all'accordo annunciato ieri in tarda serata, rileverà attraverso un veicolo il 51,2% del capitale di Recordati attualmente in mano alla finanziaria di famiglia Fimei. Gli inglesi hanno offerto ai Recordati possibilità di reinvestire nel veicolo. «Questa importante decisione ha il sostegno di tutti gli azionisti di Fimei» ha dichiarato Alberto Recordati a capo della finanziaria di famiglia. Anche Alberto Recordati, a cui Cvc ha chiesto di continuare a guidare il gruppo farmaceutico, ha dichiarato di aver «scelto di reinvestire personalmente in questa operazione». Di vendita per la società fondata a Cavriago dall'omonima famiglia di speziali nel 1926 e approdata in Borsa nel 1984 (con una capitalizzazione equivalente a 26 milioni di euro) si parla sin dall'estate del 2016. Quando con la morte di Giovanni Recordati, l'imprenditore che aveva portato il gruppo nel mondo, Piazza Affari aveva iniziato a interrogarsi su come sarebbe stato gestito il passaggio generazionale.
All'epoca, si erano presentati i cinesi di Shanghai Fosun Pharmaceutical Group e Luye Pharma e, successivamente anche i fondi Bain Capital e Cinven. Ma gli incontri fino a ieri si erano chiusi con un nulla di fatto. Oggi Recordati conta su un giro d'affari annuo di 1,28 miliardi e prevede per fine dicembre un utile di 310-315 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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