Se, in caso di fusione tra la rete di Tim e quella Open Fiber, il controllo sarà dell'operatore dominante, «allora non sarà solo una forte inversione a u ma saremo tornati parecchio indietro». Termina con una affermazione forte, anche se subito corretta da un comunicato, il settennato di Angelo Cardani, presidente di Agcom, che a fine luglio lascerà l'incarico. Il nome del successore non è stato ancora indicato. Secondo Cardani, per la concorrenza e la crescita del mercato sono incompatibili con i monopoli.
La dichiarazione è stata edulcorata con un comunicato nel quale si afferma che Cardani «non faceva riferimento a nessuna operazione in particolare» (ha parlato di incumbent), ma non ha certo fatto piacere a Tim che appare propensa a mantenere il controllo su un'eventuale newco frutto dalla fusione con Open Fiber. La posizione, prima sventolata con forza, è però ora meno netta. Tanto che l'ad Luigi Gubitosi non l'ha mai sostenuta pubblicamente a differenza dei suoi predecessori. Le trattative con Open Fiber, controllata da Enel e Cdp, sono in corso. Sull'esito delle stesse sono aperte diverse ipotesi anche se quella prevalente indica per la realizzazione della rete in fibra, una struttura simile a quella di Terna che possiede la rete elettrica e la «noleggia» in maniera neutrale ai diversi operatori. Cardani ha comunque sottolineato che l'operazione è complessa e «richiederà qualche tempo per essere definita».
Negli anni passati i protagonisti dello sviluppo delle reti di nuova generazione hanno molto litigato. E sarebbe questo il motivo, dicono l'ad di Tim Luigi Gubitosi e quello di Open Fiber Elisabetta Ripa, la causa principale dei ritardi nell'avanzamento dei lavori di realizzazione della rete ultraveloce.
Agcom ha comunque già previsto meno vincoli regolatori sui prezzi all'ingrosso per l'accesso alla rete fissa di Tim per alcune aree che sono già competitive: a Milano totale deregolamentazione e in 30 città tariffe regolate per il rame ma libere su fibra a partire dal 2021. Sono stati ridotti i costi per la migrazione da rame a fibra e anche le penali. Ciò vuol dire che lo smantellamento delle vecchie centrali Telecom, usate per la rete in rame, sarà agevolato.
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