Ryanair dribbla il caso piloti. E fa 106 milioni di utili: +12%

La compagnia low cost cresce anche nel trimestre nero. Ora l'obiettivo è arrivare a 130 milioni di passeggeri

Ryanair dribbla il caso piloti. E fa 106 milioni di utili: +12%

Con un utile trimestrale di 106 milioni di euro, +12% rispetto al 2016, Ryanair zittisce tutti: dimostra cioè che il business è solido e funziona anche in quello che è stato il peggior periodo della sua storia. Lo si ricorderà: 2.100 voli cancellati d'un colpo per problemi legati alla turnazione dei piloti, rimborsi e indennizzi a migliaia di passeggeri, disagi annunciati fino a marzo con il coinvolgimento di 400mila viaggiatori; inoltre, un certo affanno nel sostenere l'attacco mediatico che ne è conseguito.

Ebbene: anche tra ottobre e dicembre 2017 la compagnia ha confermato la sua crescita che sembra inarrestabile (l'esercizio chiude il 31 marzo). Nel periodo, i ricavi sono aumentati del 4%, mentre per l'intero anno le previsioni sono di trasportare 130 milioni di passeggeri, cifra che sarebbe un nuovo record: un milione in più rispetto alle ultime previsioni, potenzialmente un 8% di crescita. Solo a dicembre l'aumento della clientela è stato del 6%, arrivando a 30,4 milioni, nonostante le tariffe medie siano diminuite del 4%. Il fatturato nel trimestre è aumentato del 4% a 1,4 miliardi. Anche la Borsa ha rispecchiato dubbi per poi ritrovare fiducia: sul listino di Londra, in dicembre il titolo è precipitato in poche sedute da 18 sterline a meno di 15, poi nel 2018 è tornato attorno a quota 16.

È legittimo chiedersi come mai un così evidente infortunio organizzativo e il conseguente danno reputazionale non abbiano inciso sui conti. In realtà, con il senno del poi, molti pensano che la crisi sia stata amplificata oltre misura, anche dalla stessa compagnia, abituata a «far notizia» a qualunque costo.

Come calcolava già in ottobre, un esperto di aeronautica come Antonio Bordoni, 2.100 voli in sei settimane rappresentavano una quantità quasi fisiologica per una compagnia che effettua quasi 13mila voli alla settimana, 78mila in sei settimane, 675mila voli all'anno. Tutto è stato programmato per tempo, quindi con minore impatto sui conti, e riassorbito con regolarità.

La crescita di Ryanair dunque non si ferma ed è peraltro favorita dalle crisi di Alitalia, di Monarch, di Air Berlin. Il focus, piuttosto, si sposta di un anno e sul 2019 si addensa qualche preoccupazione; lo stesso Michael O'Leary, sempre così spaccone, ieri ha dimostrato prudenza. Due le grosse incognite. La prima è rappresentata dai confronti sindacali che si stanno profilando in tutta Europa, Italia compresa; ci si attende un aumento degli stipendi del 20%, che peserà sui bilanci non meno di 45 milioni.

L'altro tema spinoso è il costo del carburante, che da tutto il mondo industriale è atteso in crescita nei prossimi mesi. Finora Ryanair, come tutto il trasporto aereo, ha beneficiato di prezzi vantaggiosi ma forse irripetibili. Il costo aggiuntivo l'anno prossimo potrebbe essere di 300 milioni.

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