Se Gavio non aderirà all'Opa, niente fusione

Sembrava solo un passaggio tecnico e invece la pubblicazione del prospetto informativo dell'Opa lanciata da Salini su Impregilo contiene un dettaglio non da poco: se Gavio non aderisce all'offerta pubblica, la fusione tra il costruttore romano e il general contractor non si farà. E la scelta del gruppo piemontese arriverà probabilmente solo sul finire del periodo d'Opa, in aprile inoltrato.
La fusione con Impregilo per Salini è sempre stato un obiettivo dichiarato, per formare nel mondo delle costruzioni quel campione nazionale strutturato per competere sul mercato mondiale contro i giganti internazionali. Ma se tra la quota dello stesso Salini (oltre il 29%) e le adesioni all'Opa - che come previsto inizia domani - non si arriva a raccogliere il 66% abbondante di Impregilo, non si controlla l'assemblea straordinaria e quindi niente fusione.
Lo si legge in una delle parti cruciali di un prospetto composto da oltre 170 pagine e così il 29,9% di Gavio diventa centrale. Secondo diverse fonti finanziarie che seguono il dossier, se da Tortona verrà un no, il costruttore romano penserebbe di tenersi il 50,1% del general contractor, rimettendo una quota a flottante di Borsa.

Dalla sede del gruppo Gavio per ora i segnali non cambiano: si deve leggere e analizzare il corposo documento e poi, insieme ai consulenti di Nomura, Unicredit e Mediobanca, si decide.
Finora l'orientamento prevalente è quello di aderire all'offerta, ma a un prezzo più alto rispetto agli attuali 4 euro.

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