Lancia in resta contro Fiat, accomodante sul caso Electrolux. Sono i due volti che Maurizio Landini, leader indiscusso della Fiom, ha mostrato in questi giorni. All'attacco tout court su ogni decisione presa da Sergio Marchionne, per nulla aggressivo davanti alla drammatica vicenda della Electrolux. Da una parte la conferma di un gruppo di continuare a puntare sulla produzione di auto in Italia, indipendentemente dalla fusione con Chrysler e il trasloco all'estero delle sedi legale e fiscale, dall'altra una serie di decisioni prese dalla direzione della multinazionale svedese che rischiano di incidere pesantemente sull'intero sistema contrattuale del Paese.
«È chiara la strategia a senso unico di Landini - accusa Rocco Palombella, segretario generale della Uilm -: il capo della Fiom continua a prendersela con un accordo, quello che noi insieme agli altri sindacati abbiamo stipulato con Fiat, che prevedeva investimenti su tutti i siti produttivi, salvaguardia dei posti di lavoro, incrementi salariali e scatti garantiti: un accordo che Landini ha giudicato anti costituzionale. E ora questo suo atteggiamento quasi consenziente e per nulla indignato per quanto è stato annunciato dalla Electrolux, cioè la riduzione degli scatti, meno soldi in busta paga, abbattimento del premio di risultato, sospensione dei contratti, orario strutturale a 6 ore. Tutte cose che rischiano di mettere in discussione l'intero sistema dei contratti nel Paese. Landini - aggiunge Palombella - attacca chi vuole investire in Italia e non lo fa verso chi vuole chiudere l'impianto di Porcia».
Il leader della Uilm se la prende anche con il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, reo - a suo parere - di aver instaurato con Landini una sorta di asse: «Sulla vicenda Electrolux - osserva Palombella - Zanonato dice di aver parlato con Landini, come se quest'ultimo fosse il padre eterno. Ma la verità sta nei fatti e lo dimostra il nuovo corso intrapreso da Fiat: noi e gli altri firmatari avevamo visto giusto. Non mi spaventa il trasloco delle sedi di Fiat Chrysler Automobiles in Olanda e in Gran Bretagna, importante e fondamentale è che il gruppo continui a investire e mantenere le sue fabbriche in Italia. E Landini, invece di farlo con Electrolux, si indigna solo nei confronti di Fiat, forte di aver fatto una vera epurazione dentro il suo sindacato».
Unico atto concreto del leader della Fiom su Electrolux è una lettera dai contenuti scontati al premier Enrico Letta: «Il suo intervento è necessario e urgente...». Di diverso tenore, sicuramente, sarebbe stato il messaggio a Palazzo Chigi se al centro della vicenda ci fosse stata Fiat.
Intanto, il destino del ramo italiano di Electrolux sarà comunicato dall'azienda alla fine di aprile. «Abbiamo avviato un'analisi interna sui costi dei siti in Italia e l'abbiamo completata. Sono in corso trattative con tutti i soggetti interessati, compresi i sindacati», il commento lapidario del numero uno Keith McLoughlin.
I conti del produttore di elettrodomestici sono negativi: nel quarto trimestre 2013 la perdita netta è stata di circa 112 milioni di euro, risultati che il presidente e ad McLoughlin addebita «all'impatto negativo delle difficoltà sul mercato europeo e da sfavorevoli evoluzioni valutarie». Il gruppo ha però confermato il dividendo: ai soci andranno 210 milioni.
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