La sfida di Cnh Industrial: camion forti come i trattori

La sfida di Cnh Industrial: camion forti come i trattori

Chiude in negativo (-1,71% a 9,75 euro) l'ultima giornata a Piazza Affari di Fiat Industrial. Da lunedì, infatti, la campanella suonerà sia a Wall Street sia ancora a Milano per il titolo Cnh Industrial, frutto della fusione tra la società italiana (camion e furgoni Iveco) e l'olandese Cnh Global (tutti gli atti saranno stipulati ad Amsterdam entro domani). Il rapporto di concambio è stato fissato in un'azione Cnh Industrial ogni Fiat Industrial posseduta. Alla guida del gruppo, che intende porsi come uno dei più grandi e forti del comparto (macchine agricole, movimento terra e camion) e con un raggio d'azione sui mercati di tutto il mondo, saranno il presidente Sergio Marchionne e l'amministratore delegato Richard Tobin.
Fiat Industrial, comunque, non può che archiviare con soddisfazione la sua breve esistenza. Nata dallo scorporo del gruppo Fiat nel 2010, la società di autocarri e trattori ha debuttato in Borsa, a Milano, il 3 gennaio 2011. Nel periodo ha sempre assicurato agli azionisti buoni dividendi. In Exor, la holding di controllo di casa Agnelli, Fiat Industrial ha rappresentato anche il primo asset con un valore superiore a 3,5 miliardi, rispetto agli oltre 9 miliardi di valore netto degli attivi. Da quando è stata creata, sono state soprattutto le macchine agricole a garantire i risultati di Fiat Industrial, anche nel periodo di crisi economica che ha penalizzato le macchine per l'edilizia e l'autotrasporto.
Da lunedì, comunque, si riparte. Cnh Industrial raccoglierà l'eredità della vecchia società, con la consapevolezza della delicatissima situazione congiunturale e del fatto che la gran parte dei margini deriva dal ramo agricolo.
«Ai nastri di partenza - commenta un analista - si presenta, per ora, un gruppo sostanzialmente agricolo, con la prospettiva che anche la parte truck cominci a fare profitti. L'imminente debutto di Cnh Industrial, comunque, avviene in un momento non facile per l'agricoltura visto che i prezzi delle commodities stanno scendendo. Resta da vedere come evolverà questo scenario».
C'è molta curiosità sul futuro di Iveco. Il destino vuole che la società che produce camion e furgoni venda di più in Cina rispetto al resto del mondo, grazie alla fattiva alleanza con il partner Naveco. È la stessa Cina che continua, invece, a vedere Fiat Auto perennemente in difficoltà nel trovare un proprio equilibrio sotto la Muraglia. Ma l'attesa è anche sul possibile (e in passato più volte ventilato) sbarco negli Usa di Iveco.

Per ora è la «rivale» Fiat a centrare l'obiettivo con il furgone Ducato. Esordirà in novembre al Los Angeles Auto Show e verrà assemblato in Messico, a Saltillo. Si chiamerà Pro Master e lo distribuirà la rete vendita Ram di Chrysler.

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