Sull'Ilva serve un nuovo accordo tra le parti, ma senza stravolgere il decreto

Sull'Ilva serve un nuovo accordo tra le parti, ma senza stravolgere il decreto

La strada di un protocollo di intesa sull'Ilva per superare definitivamente il contenzioso aperto da Comune di Taranto e Regione Puglia col ricorso al Tar è praticabile. Ma prima vanno verificate due condizioni importanti. La prima è che il protocollo d'intesa, o accordo di programma, non stravolga il Dpcm sul nuovo piano ambientale Ilva presentato dalla cordata Am Investco Italy; la seconda è acquisire la disponibilità della Regione e del Comune a ritirare il ricorso.

È quanto fanno filtrare fonti vicine al dossier. «È esattamente quello che ho proposto a sindaco e governatore - ha scritto su Twitter il ministro Carlo Calenda - protocollo d'intesa e ritiro ricorso. Dopodichè magari parliamo del merito degli interventi perchè al tavolo del 20 eravamo tutti d'accordo. Altrimenti discussione diventa surreale».

Anche se i due enti locali tengono ancora in piedi il ricorso al Tar, la strada per un'intesa si è però allargata dopo che ieri anche la Regione, dopo il Comune, ha revocato la richiesta di sospensiva. Ora resta solo il giudizio di merito.

«Ai fini del definitivo ritiro del ricorso - dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci - è necessario che il governo riconvochi le parti interessate e disponga per la firma di un accordo di programma che ratifichi tutti gli argomenti all'ordine del giorno del tavolo

istituzionale. Siamo fiduciosi che ciò avverrà nell'arco di pochi giorni». Resta da capire su quali basi si potrà raggiungere un accordo, dal momento che il Dpcm, impugnato dai due enti locali è ritenuto immodificabile dal governo.

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