Nuovo minimo storico per i tassi sui Bot a sei mesi. Ieri il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro di titoli con un rendimento negativo a -0,457%, due punti base in meno rispetto all'asta precedente. Risalita dei rendimenti invece per i Ctz 24 mesi, che mantengono il segno meno. Tassi di interesse a -0,221%, in risalita di 12 punti base rispetto al precedente collocamento. La domanda resta, comunque, sostenuta con oltre 5,2 miliardi a fronte di 2,5 miliardi, offerti e assegnati. Lo spread tra Btp e Bund ha intanto chiuso in rialzo a 153 punti.
Secondo le stime dell'ufficio studi di Intesa Sanpaolo, le emissioni lorde - Bot inclusi - saranno prossime a 387 miliardi nel 2018 rispetto a 418 miliardi nel 2017, mentre in termini netti le emissioni saranno pari a circa 50 miliardi di euro rispetto a 48 miliardi realizzati nel 2017. Per la prima volta dopo tre anni, sostengono gli analisti, anche considerando gli acquisti di titoli da parte della Bce e Bankitalia, nel 2018 il mercato dovrà probabilmente digerire un'offerta netta positiva di titoli di Stato italiani nell'ordine di 10-20 miliardi. Anche dalle linee guida sulla gestione del debito pubblico, pubblicate prima di Natale, emerge che nel 2018 il Tesoro avrà esigenze di finanziamento inferiori rispetto al 2017 ma l'offerta netta sarà positiva sul tratto extra-lungo, a fronte dell'assenza di scadenze di titoli dai 15 anni in su nel 2018. Si tratta delle ultime indicazioni stilate da Maria Cannata, da 17 anni responsabile del dipartimento e in uscita a fine febbraio, quando cederà il testimone al suo attuale vice, Davide Iacovoni.
Il Tesoro ritiene che le condizioni che hanno consentito nel 2017 di finanziarsi a un costo medio molto basso (0,68%), seppur in salita rispetto al minimo storico del 2016 (0,55%), debbano in parte perdurare, per effetto della continuità dell'azione della Banca centrale europea. Quest'ultima proseguirà con il quantitative easing, sebbene da gennaio l'importo degli acquisti mensili scenderà a 30 miliardi di euro dai 60 miliardi attuali, e reinvestirà inoltre i proventi dei titoli in scadenza.
Secondo un'analisi del Centro studi di Unimpresa - che ha incrociato dati della Banca d'Italia e del ministero dell'Economia - il debito pubblico da rinnovare nella prossima legislatura (comincerà a marzo del 2018 per terminare, salvo interruzioni anticipate, entro la primavera del 2023) ammonta complessivamente a 900 miliardi.
Considerando però i circa 100 miliardi annui di Bot emessi e rinnovati ogni 12 mesi, l'ammontare complessivo di debito da rifinanziare è superiore a 1.000 miliardi. Tra gennaio 2018 e la fine del 2022, arrivano a scadenza, nel dettaglio, 47 miliardi di Bot, 734 miliardi di Btp, 85 miliardi di Cct e 32 miliardi di Ctz.RE
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