Economia

Tim-Cdp, via a rete unica entro 6 mesi

Obiettivo: raggiungere nel 2025 il 76% delle unità immobiliari delle aree più difficili

Tim-Cdp, via a rete unica entro 6 mesi

Via libera alla realizzazione della rete unica nazionale. Entrambi i cda, quello di Tim e quello di Cdp hanno approvato l'ok alla firma di una lettera d'intenti per realizzare il progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber. L'ad di Tim Luigi Gubitosi ha ottenuto, per la sua società, la quota di controllo di AccessCo, ossia il 50,1%, ma, per cercare di non scontentare nessuno, la governance sarà condivisa con Cdp al fine di garantire l'indipendenza e la terzietà della società. L'ad di Cdp, Fabrizio Palermo, in un comunicato ha sottolineato che tutti gli operatori avranno parità di accesso alla rete unica. «Si tratta del primo passo - ha detto Palermo - per la realizzazione di una infrastruttura necessaria per il rilancio dell'economia del paese». Insomma tutto come da copione già scritto, proprio quello che non volevano Vodafone, WindTre e Sky, concorrenti di Tim sulla telefonia fissa. Mentre Fastweb, concorrente ma con una buona porzione di rete fissa in fibra proprietaria, ha fatto confluire la stessa in FiberCop, ossia la società, anch'essa approvata ieri dal cda, dove confluirà la rete secondaria di Tim e che avrà come soci l'ex-monopolista al 58%, il fondo Usa Kkr al 37,5% e Fastweb al 4,5%.

La missione di FiberCop è già definita. «L'accordo con Kkr e Fastweb - spiega Tim in una nota - è il primo passo per la realizzazione della rete in fibra completando i piani di copertura nelle aree nere e grigie del paese per accelerare l'adozione di servizi a banda ultralarga». Della partita farà parte anche Tiscali con cui Tim ha sottoscritto un accordo. Dal comunicato si apprende che gli asset di FiberCop offrono già collegamenti a banda ultralarga su rete mista in fibra e rame all'85% della popolazione grazie alle tecnologie Fttc e Ftth. FiberCop proseguirà poi la copertura con la fibra con velocità di connessione di 1 Gb, con l'obiettivo di raggiungere, entro il 2025, il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere (ossia delle zone a fallimento o semi fallimento di mercato), corrispondenti ad una copertura del 56% delle unità immobiliari. E poi ci sono le aree bianche, quelle dove la concorrenza tra la rete di Tim e quella di Open Fiber è più attiva, dove proseguirà comunque la copertura in fibra in corso.

Kkr per il suo 37,5% pagherà 1,8 miliardi conferendo così un valore alle rete secondaria pari a 7,7 miliardi. Fibercop è comunque aperta anche agli altri operatori secondo quanto previsto dal Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche. La società sarà agile, con meno di 100 dipendenti e Tim sarà il fornitore esclusivo per la costruzione e la manutenzione delle reti. Si prevede che FiberCop avrà un ebitda (margine lordo) di circa 0,9 miliardi ed ebitda - capex positivi a partire dal 2025 senza aumenti di capitale da parte degli azionisti.

L'apporto di risorse finanziarie che deriva dall'ingresso di Kkr in FiberCop servirà a Telecom per abbattere il debito che resta ancora sopra i 20 miliardi di euro. Il closing dell'operazione è previsto entro il primo trimestre del 2021, una volta ottenute le autorizzazioni delle Autorità competenti. Per l'ad di Fasweb, Alberto Calcagno, si tratta «di una nuova era per il settore tlc».

In Borsa Telecom ha perso lo 0,50%, mentre Tiscali ha guadagnato un altro 38% dopo il 10% della settimana scorsa.

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