Riunione del consiglio di amministrazione senza scossoni, ieri, per Tim che ha presentato i conti del primo trimestre, approvati all'unanimità. Sulla scia della tregua armata i soci di maggioranza Elliott e Vivendi hanno conferito all'ad Luigi Gubitosi il mandato di procedere per la cessione di Persidera e di perfezionare l'accordo con Vodafone per il 5G che dovrebbe generare risparmi e sinergie per 100-150 milioni di euro su base annua.
I ricavi e l'utile restano in calo, nonostante la cura di Gubitosi, per via del contesto altamente concorrenziale ma si intravede qualche squarcio di ottimismo. Infatti anche se il fatturato è sceso del 2,9% a 4,47 miliardi, il margine lordo, pur in calo del 2,1%, fa molto meglio rispetto al -6% che era previsto dagli analisti. L'utile è stato di 165 milioni ma il dato comparabile (calcolato cioè escludendo l'effetto dei nuovi principi contabili Ifrs 16) è pari a 193 milioni, sostanzialmente in linea con l'anno precedente (199 milioni). I ricavi da servizi pari a 4,1 miliardi scendono in maniera più accentuata (-3%) dopo la decisione di Sparkle, la società dei cavi internazionali, di eliminare i contratti wholesale, ossia all'ingrosso con marginalità bassa o nulla.
In riduzione anche il debito pari a 25,1 miliardi in discesa di 190 milioni, l'operating free cash flow ha raggiunto i 541 milioni (+558 milioni rispetto al primo trimestre 2018).
E nel principale mercato di Tim, ossia l'Italia, è cresciuto nel fisso l'Arpu consumer (+9,4% anno su anno) e il numero di clienti in fibra, retail e wholesale (che ora sono circa 6 milioni), con una crescita del 58% anno su anno e del 10% rispetto al quarto trimestre 2018. Continua inoltre lo sviluppo della parte business, con ricavi in salita del 16%. Conseguentemente i ricavi da servizi retail nel fisso sono cresciuti dell'1,5% e i ricavi complessivi, sempre nel fisso, sono sostanzialmente stabili nonostante Sparkle. Nel mobile la società ha registrato un'attenuazione significativa del fenomeno dei passaggi da un operatore all'altro, segno che la guerra dei prezzi è in calo. Tim ha registrato una crescita dei clienti del 2,3% pari a 31,7 milioni totali a fine marzo. La controllata Tim Brasil ha spinto i ricavi del 1,7%.
Ora sul tavolo di Gubitosi c'è il nodo più importante da sciogliere: la realizzazione di un accordo con Open
Fiber per la rete ad alta velocità. Ieri intanto proprio la società controllata al 50% ciascuno da Enel e da Cdp ha siglato un altro accordo per la sua rete in fibra con Tiscali su 271 città che saranno servite da Open Fiber.
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