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Tim, le giravolte di Vivendi sulla rete

Sempre meno chiara la strategia dei francesi. Advisor pronti a valutare l'offerta di Kkr

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Su una cosa Vivendi ha probabilmente ragione: l'offerta di 21 miliardi (23 in caso di fusione con Open Fiber) in arrivo dal fondo Kkr, non è adeguata al reale valore della rete di Tim. Per almeno una ragione: di là delle valutazioni sul debito di una società, sul carico di oneri finanziari e sulle effettive potenzialità, si è mai visto un fondo speculativo che in prima battuta offre il giusto prezzo nella proposta d'acquisto? Che poi la rete valga davvero 31 miliardi come sostiene Vivendi, è tutt'altra faccenda, non fosse che per il fatto che c'è più di metodo per stimare un cespite industriale, e a volte le differenze sono ampie. Di sicuro l'infrastruttura vale almeno qualche euro in più di quanto offerto dal fondo americano, e lo si capirà meglio durante il negoziato che seguirà l'invio della proposta vincolante.

Ciò detto, tentare di fermare il treno in corsa, come sembra abbiano fatto Yannick Bollorè e Arnaud de Puyfontaine durante il recente incontro con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, è quantomeno velleitario. Soprattutto dopo anni di traccheggiamenti di cui proprio il vertice di Vivendi è stato protagonista e dopo che il governo Meloni ha imboccato la via dell'azione - supplendo all'inanità degli esecutivi precedenti - mettendo sul tavolo oltre 2,2 miliardi per favorire lo scorporo dell'infrastruttura. Così come velleitaria suona la richiesta, se davvero è stata fatta, di cambiare il capo azienda in un momento tanto delicato per il gruppo di tlc. Anche perchè ci sembra di ricordare che fu proprio l'azionista francese, un paio d'anni fa, a volere fortemente Pietro Labriola nel ruolo di ad delegato in sostituzione di Luigi Gubitosi. Con un preciso mandato: bloccare l'Opa totalitaria su Tim che Kkr era pronta a lanciare a 50 cent per azione (chissà, magari si saranno pure pentiti di quella decisione visto il deludente trend del titolo in Borsa) e avviare subito lo scorporo della rete.

Sarà anche vero che per Vincent Bollorè e la sua Vivendi la campagna d'Italia si è rivelata una Caporetto miliardaria come poche volte si è visto, ma certamente il grande finanziere transalpino ci ha messo del suo: non si contano le giravolte di cui si è reso protagonista nell'intento di costruire un gruppo di valenza europea che riunisse la rete di Tim e la potenza di Mediaset integrato nei suoi media.

Quanto all'offerta vincolante che Kkr invierà nelle prossime ore a Labriola, solo a fine mese si conosceranno le caratteristiche specifiche, visto che il cda di Tim non si riunirà prima del 30 ottobre per fare proprie le opinioni degli advisor cui è affidata la valutazione della proposta.

Intanto ieri il titolo Tim, bistrattato da report vari che un giorno indicano quale prezzo obiettivo 23 cent e il giorno dopo 45 cent, ieri in Borsa ha chiuso a 26 cent (-1,7%). Cui prodest questa confusione?

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