L'Italia ha bisogno di una «scossa della speranza». Commercio, turismo e terziario insieme sono le carte vincenti, ma «non troviamo mai la mano giusta per calarle». Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, commenta così l'ultimo report sui consumi che per il 2015 indica una previsione di crescita dell'1,2% (+0,5% in aprile). Numeri positivi, al top da due anni a questa parte, ma è ancora troppo poco. Senza la «scossa» di Sangalli, Confcommercio calcola che ci vorranno altri 15 anni per tornare ai valori del Pil pro capite 2007, prima della crisi.
Nella sua relazione annuale all'assemblea generale degli associati, che si è svolta ieri nell'auditorium della Fiera Milano-Rho alla presenza del ministro dello Sviluppo Federica Guidi, del governatore lombardo Roberto Maroni e numerosi politici, Sangalli ha parlato di «ripresa timida, un temporale di cui sentiamo i tuoni e vediamo i lampi, ma per molte imprese, per molte piccole imprese, la pioggia non è arrivata. Abbiamo un Paese in un certo senso sospeso». Colpa della lunga crisi, certo. Ma anche di politiche discutibili, nazionali ed europee, che hanno prodotto un aumento drammatico della povertà assoluta (+163% tra il 2006 e il 2013).
«Ampliando - aggiunge Sangalli - il disagio sociale. Tanto che il cosiddetto ceto medio, asso nella manica dei consumi, ha perso rapidamente peso, è quasi sparito. Bisogna ridurre drasticamente la spesa pubblica, che non è solo troppo alta, ma è anche mal distribuita».
Interventi sulla spesa pubblica, quindi, come presupposto per abbassare la pressione fiscale. Parte da qui l'affondo più deciso di Sangalli: «Non possiamo usare sempre la tassazione come paracadute delle inefficienze - sottolinea il presidente - Né riusciamo a capire perché quando in Italia non quadrano i conti a pagare la “fattura” debbano essere sempre le famiglie e le imprese. Siamo di fronte al problema dei problemi: la riforma fiscale. L'aspettiamo da 40 anni. Se non si passa da qui non si riparte. Serve un fisco semplice, affidabile, equo. E senza continui aggiornamenti al rialzo come temiamo accada per il catasto».
Sembra il libro dei sogni quello di Sangalli. E tra i sogni ci mette anche uno Stato che «investa in infrastrutture, fisiche e digitali, in servizi avanzati per imprese e cittadini. Chiediamo al governo di inserire nell'Agenda digitale una sezione dedicata alla distribuzione perché made in Italy significa anche distribuire, non solo produrre. Made in Italy e distribuzione sono le due realtà che continuano a creare lavoro nel nostro Paese». Non manca nemmeno un passaggio sulle temute clausole di salvaguardia: «Che valgono 70 miliardi di tasse in più nel prossimo triennio - conclude Sangalli - Confcommercio ha esercitato in questi mesi una vigilanza puntuale. Continueremo a farlo perché se scattano queste clausole possiamo dire addio alla ripresa».
Infine botta e risposta tra Maroni e Pisapia
sul fronte, caldissimo, dell'immigrazione. Che il governatore ha liquidato in poche battute: «Rispetto i commenti di tutti, io ho opinioni diverse. Ognuno è libero di pensare quello che vuole, io farò quello che devo fare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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