Unipol-Fonsai, si preme sull’acceleratore

Unipol-Fonsai, si preme sull’acceleratore

Sul futuro di Fonsai e l’integrazione con Unipol anche ieri sono proseguiti i contatti tra le parti interessate. In questo fine settimana si cerca la strada per accorciare le distanze e trovare un accordo sui concambi nonostante i numeri sembra restino ancora distanti. Dopo la girandola di incontri al vertice di venerdì e il sabato di riflessione, oggi si cercherà di chiudere la partita: i vertici di Fonsai e Unipol, secondo quanto si apprende, dovrebbero infatti tornare a vedersi. E se la quadra arriverà saranno convocati d’urgenza i cda per deliberare l’operazione.
È più probabile, comunque, che si debba aspettare domani per sapere se l’intesa è stata trovata o meno dopo che giovedì notte il cda di Fonsai si è chiuso con una fumata grigia. Tutti, però, dagli advisor ai vertici delle banche e delle stesse Fonsai e Unipol, stanno pigiando sull’acceleratore. Vero è che quella che si apre sarà una settimana intensa che vede già in agenda le assemblee sui bilanci della Milano Assicurazioni (domani) e di Fondiaria Sai (martedì).
Unipol punta ad avere almeno il 66,7% del nuovo gruppo, ma la proposta non è conveniente per gli azionisti della compagnia assicurativa dei Ligresti, perché «implica un intervallo potenziale di partecipazioni per gli azionisti di minoranza che non coincide con le valutazioni», diceva il comunicato. Loro vorrebbero ridurre il peso di Bologna al 60 per cento. La soluzione potrebbe passare attraverso la ridefinizione del debito di Premafin, in modo da pesare meno sul nuovo conglomerato.

In discussione ci sarebbe, poi, la conversione totale dell’esposizione in equity da parte delle banche creditrici (400 milioni divisi tra Unicredit, Mediobanca, Bpm, Banco Popolare, Intesa Sanpaolo, Ge e Cariparma) attraverso un prestito convertendo con scadenza tre anni. Quello che pare evidente è come, per trovare un accordo, ogni attore dovrà rassegnarsi ad abbassare un poco le proprie pretese.

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