La disordinata gestione della comunicazione da parte della Federal Reserve colpisce ancora. Se giovedì scorso il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, aveva alimentato le attese di un rialzo dei tassi in aprile, ieri la numero uno della banca centrale Usa, Janet Yellen, ha rimesso le cose in un prospettiva molto più dovish. «È appropriato - ha affermato - procedere «in modo cauto nell'adeguare la politica» monetaria. E l'approccio in base al quale le strette saranno «soltanto graduali» è di tipo strutturale, dal momento che sarà mantenuto «negli anni a venire», seppure non vi sia nulla di «scritto sulla pietra». Rispetto all'orientamento emerso dopo l'ultima riunione del Fomc del 16 marzo, nulla di particolarmente nuovo. Ma le parole del successore di Ben Bernanke, proprio perchè lette come una replica indirizzata ai falchi di Eccles Building, hanno avuto subito un'eco molto forte sui mercati, con l'euro schizzato oltre quota 1,1260 dollari, mentre a Wall Street gli indici Dow Jones e Standard&Poor's si sono riportati in positivo nel 2016. L'effetto-Yellen è ancora più evidente dall'andamento dei future sui Fed-Funds, secondo cui c'è soltanto un 7% di probabilità di un aumento del costo del denaro il mese prossimo, meno del 12% di ieri. Per giugno le chance sono passate in un giorno al 31% dal 38%. In sostanza, viene a riproporsi lo scenario che include due giri di vite entro la fine dell'anno, un percorso confermato dalla stessa Yellen che ha ricordatocome la media delle previsioni per i tassi da parte dei membri del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed, «sia ora solo dello 0,9% a fine 2016 e dell'1,9% a fine 2017, in entrambi i casi mezzo punto al di sotto delle medie di dicembre».La banca di Washington si trova d'altra parte a dover gestire sia le questioni insolute sul territorio nazionale, sia le criticità a livello internazionale. La situazione del mercato del lavoro Usa, nonostante il soddisfacente livello di disoccupazione raggiunto, non è ancora considerata confortante. «Siamo vicini alla massima occupazione, ma c'è un eccessivo numero di lavoratori part time e i dati sulla produttività sono stati molto deludenti», ha spiegato la Yellen. Convinta che sia «ancora troppo presto» per dire se l'inflazione stia aumentando. Va inoltre considerato che quest'anno la crescita americana al di fuori dei confini nazionali «sarà più debole di quanto anticipato», anche per effetto del dollaro forte. Poi, ci sono i rischi che derivano dagli sviluppi dell'economia internazionale e in particolare dal «rallentamento» e dalla «transizione» dell'economia cinese.
«Ci sono molte incertezze - dice - su questa transizione e sul fatto se sarà dolce».Giusto quindi mantenere una strategia prudente sui tassi. E, se sarà il caso, la Fed potrebbe usare nuovi stimoli, senza escludere un nuovo ricorso al quantitative easing.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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