Lo zampino «verde» dello Stato

Perfino nella manutenzione del verde, mette mano uno stato che non si regge più: non fa quel che deve, ma in compenso fa quel che non deve. È passata sotto un silenzio assordante (anche gli ecologisti, non si sono fatti vivi) la legge recentemente andata in Gazzetta che, fra tante norme delega di complicazione (così è da chiamarsi, oggi, la «semplificazione» alla quale, secondo il titolo ufficiale, dovrebbe ispirarsi certa normativa), ne reca una di regolamentazione dell'«esercizio dell'attività di manutenzione del verde».

Stabilisce questa disposizione che «l'attività di costruzione, sistemazione e manutenzione del verde pubblico o privato affidata a terzi» può essere esercitata solo 1) dagli iscritti al Registro ufficiale dei produttori (probabilmente, i promotori della legge), tenuto da Servizio fitosanitario nazionale ( i cui burocrati anch'essi avranno dato una mano saranno probabilmente lieti di avere qualcosa da fare, ed anche sempre probabilmente da tassare); 2) dalle imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, «che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze» ( e l'attestato naturalmente potrà essere conseguito solo con corsi di formazione il nuovo business, agricolo e non , la cui regolamentazione è lasciata per legge al «buoncuore» delle Regioni e delle Province autonome). Il tutto, preoccupandosi lo stato è una precisa disposizione di questa insulsa legge solo che l'attuazione della normativa in parola non comporti «nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Quanto ai contribuenti, invece, peggio per loro, così impareranno a restare nel Bel paese.

E poi dopo queste idiozie corporative fanno anche finta di meravigliarsi che gli stranieri non vengano ad investire in Italia (se non per portarci via ma di questo, nessuno parla; solo i cittadini italiani che esportano illegalmente denaro, ci rovinano gli utili delle aziende, e delle banche, che acquistano).

*Presidente

Centro studi Confedilizia

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