Enrique Izquierdo Palacios & C.

Ecco un altro gruppo di religiosi spagnoli assassinati per puro odio anticattolico nel 1936. Si tratta di quattordici domenicani, tra padri e semplici frati, che vennero trucidati in vari modi (nove di loro, come vedremo, furono annegati: in materia di omicidi, ai rojos la fantasia non mancava). Il capogruppo, padre Enrique Izquierdo Palacios, era nato a Oviedo nel 1910 e aveva vestito l’abito domenicano nel 1905 a Padrón. Dopo gli studi a Salamanca venne ordinato sacerdote nel 1914. Insegnò letteratura e matematica nei conventi di Corias, Las Caldes de Besaya e Navelgas. Dal 1930 era priore a Las Caldes de Besaya e direttore della scuola annessa. Scoppiata la guerra civile e trovandosi il convento nella zona repubblicana, le cose si mantennero relativamente tranquille fino all’ottobre. Ma l’avanzata dei nazionalisti fece indietreggiare il fronte fino a pochi chilometri da Las Caldes de Besaya. L’11 del mese una folla di gente che cercava scampo chiese asilo nel convento e venne accolta. I domenicani, che stavano facendo i loro annuali esercizi spirituali, malgrado la ressa riuscirono in qualche modo a portarli a termine. Avevano appena finito quando i miliziani irruppero e li portarono via. Nove di loro li trascinarono fino a Santander e la notte tra il 22 e il 23 dicembre li caricarono su una lancia.

Raggiunto il largo, li gettarono tutti nelle acque gelide, dove annegarono. Gli altri furono sparati. Non abbiamo spazio, qui, per ricordarli uno per uno. Possiamo solo aggiungere che il più vecchio aveva settantaquattro anni; il più giovane, venti.

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