Assolto il medico sotto accusa per i test di verginità

Nonostante le denunce delle manifestanti i giudici non lo hanno condannato: mancano le prove

Assolto il medico sotto accusa per i test di verginità

Un tribunale militare egiziano ha assolto ieri un medico dell’esercito, accusato di aver obbligato alcune donne, detenute a marzo durante i giorni della rivoluzione, a sottoporsi a test della verginità. La sentenza ha scioccato attivisti, membri dell’opposizione egiziana e gruppi per i diritti umani internazionali. La giovane donna alla testa della campagna legale, Samira Ibrahim, 22 anni, è scoppiata a piangere nell’aula del tribunale alla lettura del verdetto. «Abbasso i militari», ha gridato, assieme ad altri giovani della dissidenza, presenti in aula.
Samira, assieme ad altre 16 donne, era stata arrestata il 9 marzo 2011, nel pieno degli eventi rivoluzionari di piazza Tahrir, e detenuta in carcere. È lì, secondo la sua ricostruzione e quella di altre ragazze, che i medici militari avrebbero forzato le giovani a sottoporsi a test della verginità, in presenza di militari. La giovane ha portato il caso in tribunale, accusando i dottori dell’esercito di oltraggio al pudore. Il giudice della corte militare, ieri, ha negato l’esistenza dei test, ha parlato di prove troppo contraddittorie, ha dichiarato di aver agito senza pressioni dalla parte dei generali che da febbraio 2011 governano il Paese. Ho deciso, ha spiegato, «secondo la mia anima e la mia coscienza».
Samira Ibrahim qualche mese prima aveva ottenuto una vittoria importante davanti a un tribunale civile, che aveva riconosciuto l’esistenza dei test e imposto la loro cessazione. Alcuni membri dell’esercito, rimasti anonimi, avevano inoltre ammesso, parlando ad Amnesty International, l’esistenza della pratica. Il generale Abdel Fattah Al Sisi, membro del Consiglio Supremo delle Forze Armate, era arrivato perfino a giustificarne la presenza: permettevano di evitare, aveva spiegato, qualsiasi accusa di stupro contro i soldati durante la detenzione delle attiviste. Per Amnesty, però, i test della verginità sono torture.
Per le forze rivoluzionarie e i giovani attivisti che hanno manifestato ieri davanti al tribunale, la decisione del giudice militare è un’ulteriore prova del potere dell’esercito, di cui chiedono la fine da mesi. Accusano la giunta di utilizzare gli stessi metodi dell’ex regime di Hosni Mubarak. Secondo le organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali, da febbraio 10mila civili sarebbero stati giudicati da tribunali militari.
Nel caso dei test della verginità l’accusa non potrà ricorrere in appello.

A quattro mesi dal previsto e promesso passaggio di consegne del potere militare a un governo civile, il verdetto di ieri rappresenta un chiaro messaggio per le forze che avevano gremito piazza Tahrir: chiunque verrà dopo non sarà in grado di chiedere ai generali il conto delle loro azioni, anche se Samira Ibrahim ieri su Twitter ha promesso di continuare la sua battaglia legale. «Nessuno ha macchiato il mio onore, l’onore macchiato è quello dell’Egitto», ha scritto.

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