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"Budino" Hollande, in ostaggio di quattro donne

La compagna ambiziosa in lotta con la ex ingombrante, la rivale politica sconfitta e l’implacabile Cancelliera tedesca

"Budino" Hollande, in ostaggio di quattro donne

Il neo-presidente francese l’aveva detto e ha mantenuto la promessa: 50% di donne al governo, sedici ministre. Epperò, con i nomi scelti, ha creato un putiferio nel partito socialista, scontentando in un colpo solo femministe, gauchiste ed ecologiste. Già lo avevano sostenuto con qualche remora, le donne. Dopo le nomine di strettissima osservanza all'esecutivo è cominciata la revanche. Ségolène Royal ha messo subito le cose in chiaro: voglio la presidenza dell’Assemblea nazionale altrimenti facciamo i conti al prossimo congresso Ps, in autunno. E potrei anche non essere così discreta come sono stata di recente, mancando ad esempio la cerimonia inaugurale all’Eliseo per «motivi personali».

La ex moglie ed ex candidata alle primarie del partito, con cui Hollande ha avuto quattro figli, è infatti guardata a vista dall'attuale compagna del presidente, Valérie Trierweiler, che in un'intervista al Times ha sentito il bisogno di spiegare che «la storia tra François e Ségolène è un capitolo chiuso. Non c’è più una relazione sentimentale tra loro, è finita sette anni fa». Secondo il settimanale L'Express, lei, Trierweiler, è l'unica a doversene ancora convincere. È fors’anche per meglio proteggere il ruolo di primadonna che ha portato all’Eliseo la fidatissima amica e giornalista, Patrice Biancone, nel ruolo di consigliera. Per aggiornarla in tempo reale su eventuali contromisure da prendere per arginare l’ingombrante Ségo, specie sul piano mediatico. Come fece la sera della vittoria, il 6 maggio. Quando Trierweiler rubò un bacio a Hollande (e i fotografi immortalarono la freddezza del neoeletto) o come quando organizzò un blitz per stringere la mano di Royal, sul palco di un comizio con Hollande.

Valérie cerca di allontanare le gelosie che la Francia patinata le attribuisce da quando ha ufficializzato la relazione con Hollande, iniziata clandestinamente quando ex moglie e marito erano ancora insieme. Ecco perché le trattative di questi giorni, in seno al Ps, inquietano non poco la première girlfriend, come la stampa americana al G8 ha soprannominato Valérie. A cascata, gli incontri politici stanno facendo impazzire lo staff di Hollande.

Parlare di Royal in presenza di Valérie diventa difficile, se non impossibile anche sul piano politico, ha confidato più di un collaboratore del presidente. E ora che Valérie ha inaugurato il suo gabinetto all’Eliseo, con uno staff di cinque persone che l’aggiorna in tempo reale su cosa succede nel mondo e attorno al capo dello Stato, prosegue l'assedio al buonumore della presidenza Hollande. Donne che intrecciano storie, carriere politiche, o semplice dialettica con un uomo soprannominato Flamby, budino, in queste ore avversano tutte il suo raggio d'azione.

Martine Aubry è la grande esclusa dall’esecutivo gauchista. Guidato da Jean-Marc Ayrault e non da lei, candidata in pectore durante tutta la campagna elettorale. Un po’ per vendetta, un po’ perché mira a conservare un rilievo nazionale nella politica francese, la combattiva sindachessa di Lille ha squadernato decine di nomi di fedelissimi, infilandoli nelle liste per le elezioni legislative del 10 e 17 giugno. Piazzandoli naturalmente al posto degli hollandisti.

D'altronde è lei il segretario socialista in carica, e nonostante abbia ceduto l'interim a un pasticcione della retorica come Harlem Désir, Aubry ha fatto valere la sua voce nel partito, per decidere chi e dove sarebbe stato candidato. È stato Hollande a dire che c'era bisogno di lei per organizzare le legislative: una toppa per la mancata scelta a premier. Aubry, tosta com’è, sta usando la chance per rovinare i piani della presidenza "normale" di Hollande, che punta ad avere una maggioranza solida in Assemblea nazionale. Uomini e donne che dicano sì ad ogni progetto di legge potrebbero invece mancare all'appello di Hollande. Martine, piazzando i suoi in liste sicure, dopo aver annunciato che non si ricandiderà alla guida del Ps, è quasi certa di poter controbilanciare dal Parlamento le politiche del presidente "ingrato".

Sui Pirenei è spuntata poi un'altra donna, indipendente. Vanta un solido curriculum di 180 film porno, Céline Bara. In lista nell'Ariége, attacca il grande sponsor di Hollande nella regione, l'uscente Frédérique Massat. L'assedio femminile continuerà domani a cena, a Bruxelles. Con Angela Merkel, "Flamby" dovrà definire la garanzia tedesca (Eurobond) su una parte del debito pubblico degli Stati dell'Eurozona.

twitter: @F_D_Remigis

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