Fondamentaliste scatenate al Cairo Cristiane rapate in metrò: «Infedeli»

Il Cairo Capelli tagliati a forza in metropolitana alle ragazze non velate perché «infedeli», l'ex candidato dei laici occidentalizzanti Mohamed El Baradei denunciato alla magistratura per offese alla religione (musulmana naturalmente: si era permesso di chiamare «pagliacci» gli integralisti salafiti), il predicatore estremista Qaradawi accolto per la prima volta a tenere un sermone nella grande moschea di Al-Azhar, e un altro predicatore vicino ai talebani afghani che si spinge a caldeggiare pubblicamente l'abbattimento delle piramidi e della Sfinge, da lui definiti «idoli».
Quattro notizie in un giorno che arrivano dall'Egitto e un solo denominatore comune: il peggior tipo di islam sta prendendo piede sempre più in un Paese che era noto per la sua tolleranza e nel quale vivono con crescente disagio quasi dieci milioni di cristiani. E risale a due giorni fa un'altra notizia dal forte impatto simbolico: per la prima volta nella storia della Egypt Air, la compagnia di bandiera del Cairo, le hostess sono state «autorizzate» a portare il velo.
Impressionano particolarmente gli episodi di prepotenza di cui sono state vittime - ed è la seconda volta in due mesi - ragazze giovanissime non velate a bordo della metropolitana del Cairo: protagoniste attive donne coperte dal niqab, il velo integrale, che in un caso hanno rapato a forza una tredicenne cristiana e in un altro hanno spinto una giovane di 28 anni fuori dal treno gridandole «infedele» e procurandole la frattura di un braccio.

Ispira invece soprattutto malinconia il caso di El Baradei, l'ex direttore dell'agenzia atomica dell'Onu che aveva sognato di diventare presidente dull'onda della rivolta della primavera 2011: ora deve affrontare un processo per avere criticato degli estremisti religiosi. Un caso tristemente simbolico.

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