Il Cairo Capelli tagliati a forza in metropolitana alle ragazze non velate perché «infedeli», l'ex candidato dei laici occidentalizzanti Mohamed El Baradei denunciato alla magistratura per offese alla religione (musulmana naturalmente: si era permesso di chiamare «pagliacci» gli integralisti salafiti), il predicatore estremista Qaradawi accolto per la prima volta a tenere un sermone nella grande moschea di Al-Azhar, e un altro predicatore vicino ai talebani afghani che si spinge a caldeggiare pubblicamente l'abbattimento delle piramidi e della Sfinge, da lui definiti «idoli».
Quattro notizie in un giorno che arrivano dall'Egitto e un solo denominatore comune: il peggior tipo di islam sta prendendo piede sempre più in un Paese che era noto per la sua tolleranza e nel quale vivono con crescente disagio quasi dieci milioni di cristiani. E risale a due giorni fa un'altra notizia dal forte impatto simbolico: per la prima volta nella storia della Egypt Air, la compagnia di bandiera del Cairo, le hostess sono state «autorizzate» a portare il velo.
Impressionano particolarmente gli episodi di prepotenza di cui sono state vittime - ed è la seconda volta in due mesi - ragazze giovanissime non velate a bordo della metropolitana del Cairo: protagoniste attive donne coperte dal niqab, il velo integrale, che in un caso hanno rapato a forza una tredicenne cristiana e in un altro hanno spinto una giovane di 28 anni fuori dal treno gridandole «infedele» e procurandole la frattura di un braccio.
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