Giallo sulle trattative segrete tra la Casa Bianca e Teheran

New York Fonti ufficiali di Washington e Teheran si sono trovate ieri per una volta in perfetto accordo nello smentire il New York Times: il giornale, citando funzionari dell'amministrazione Obama, aveva scritto di un'intesa tra Stati Uniti e Iran per colloqui diretti bilaterali sulla delicata questione del programma nucleare iraniano. L'accordo - sempre secondo il quotidiano newyorkese - era il risultato di trattative segrete tra le due parti, e l'Iran aveva chiesto che i negoziati cominciassero solo dopo le elezioni presidenziali americane in programma il 6 novembre. Gli iraniani vogliono infatti prima sapere chi sarà il prossimo presidente americano, secondo l'articolo del New York Times.
Il portavoce della Casa Bianca e il ministro degli Esteri dell'Iran hanno smentito la notizia usando argomenti identici: nessun accordo per colloqui diretti dopo il 6 novembre e impegno confermato per i negoziati cosiddetti del «5+1», che vedono seduti al tavolo (in verità con ben pochi risultati concreti) i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania con Teheran, la cui prossima sessione dovrebbe tenersi a fine novembre.
Israele, diretto interessato in quanto ovvio destinatario di un'eventuale bomba atomica iraniano, ha reagito positivamente con un commento del ministro degli Esteri Avigdor Liberman. «Credo che gli Usa - ha detto - sappiano con chi hanno a che fare. Hanno oltre dieci anni di esperienza con Teheran. Tutte le proposte iraniane hanno come obiettivo perdere tempo e imbrogliare».
L'indiscrezione del New York Times è stata duramente criticata dallo staff di Mitt Romney, lo sfidante repubblicano alle presidenziali del 6 novembre. «Tutta questa storia - ha detto il deputato dell'Ohio Bob Portman - mi suona come un'altra soffiata della Casa Bianca... del resto non sarebbe la prima volta.

L'ultima cosa che noi vorremmo è abbandonare i nostri alleati e andare avanti con colloqui bilaterali».
Tutto questo mentre il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius conferma che l'Iran potrebbe «produrre ordigni nucleari entro il primo semestre del 2013».

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