A Kiev il nuovo potere filo-Ue. C'è anche un ex "esule" in Italia

Il neo ministro Avakov arrestato nel 2012 dall'Interpol a Frosinone ma l'estradizione non fu concessa. Yanukovich sparito. DIARIO DA KIEV

A Kiev il nuovo potere filo-Ue. C'è anche un ex "esule" in Italia

Kiev - La polizia è ricomparsa agli incroci di Kiev affiancata dai rivoluzionari di piazza Maidan, che hanno conquistato il potere. Si scannavano da giorni e vederli assieme fa un po' impressione, ma così funziona la nuova Ucraina. Davanti al grande palazzo monumentale dell'Sbu, il servizio segreto sono i paramilitari di Maidan a presidiare l'ingresso. I duri e puri di Pravi sektor, l'ala destra che ha sopportato l'urto degli scontri più sanguinosi con la polizia, circolavano ieri al ministero dell'Interno in mezzo ai funzionari di carriera esterrefatti.

Il nuovo ministro, Arsen Avakov, è una vecchia conoscenza dell'Italia. Nel 2012 venne arrestato a Frosinone per un mandato di cattura dell'Interpol fortemente voluto dall'Ucraina e rimase due settimane in carcere. L'accusa era di abuso d'ufficio e appropriazione indebita per dei maneggi su alcuni terreni quando era governatore di Harkiv (in russo Kharkov) nell'est del Paese.

Avakov era già diventato un fedelissimo del partito Patria di Yulia Tymoshenko, la discussa eroina ucraina liberata dalla rivoluzione, che sta piazzando i suoi uomini nei gangli del nuovo potere. Dopo qualche mese la Corte d'appello di Roma respinse la richiesta di estradizione di Avakov denunciando «il rischio di atti discriminatori per motivi politici». A fine 2012 il «ricercato» rientrò a Kiev dopo l'elezione in Parlamento che gli garantì l'immunità.
Avakov non è l'unico uomo della pasionaria Tymoshenko, che si presenterà alle presidenziali del 25 maggio. Il nuovo presidente del parlamento, Oleksandr Turcinov, è stato nominato ieri capo dello Stato ad interim, dopo la fuga e destituzione di Viktor Yanukovich. Di religione battista, è un fedelissimo di Yulia. Un diplomatico occidentale lo considera «una via di mezzo fra Trotsky e Himmler. Se avesse avuto mano libera avrebbe trasformato il cambio di regime in vendetta sanguinosa».
Molti parlamentari del partito delle Regioni dell'ex presidente Yanukovich si sono nascosti e vivono nel terrore. Non a caso il partito ha rinnegato il suo leader accusandolo di tradimento, ruberie e delle violenze per evitare rappresaglie.
L'ex presidente Yanukovich è stato segnalato l'ultima volta sabato sera, mentre cercava di decollare per una destinazione sconosciuta da Donetsk, terza città ucraina e suo feudo nell'est del Paese. Le guardie del corpo armate fino ai denti hanno cercato inutilmente di corrompere la polizia di frontiera, che non ha dato il via libera al decollo.

Il nuovo ministro dell'Interno sembra che punti ad integrare i paramilitari di piazza Maidan nelle forze di sicurezza. Non è chiaro se verrà sciolto il corpo speciale dei famosi e famigerati Berkut. Un mini esercito di seimila uomini, che se venissero licenziati potrebbero diventare l'ossatura armata della rivincita filorussa al soldo di qualche oligarca. Non solo: a dare man forte alle centurie di Pravi sektor e Spilna prava sulle barricate erano arrivati volontari bielorussi, polacchi e serbi. Italiani non sono mai stati segnalati, ma il giorno della caduta di Yanukovich è apparsa una scritta con lo spray nero «Me ne frego» nella via Hrushevsgoko, dove erano scoppiati gli scontri più duri, che non lascia dubbi. Un motto dannunziano dell'impresa di Fiume, poi adottato nel ventennio e dai reparti più vicini al fascismo, che ancora oggi fa proseliti nell'estrema destra. Forza nuova ha stretto un'alleanza con Svoboda, partito ultranazionalista in prima linea a Maidan, ma il leader del movimento, Roberto Fiore, dichiara a il Giornale «che nessuno nei nostri è a Kiev o ha partecipato ai combattimenti».
A Sebastopoli, la roccaforte filorussa nella penisola di Crimea, duemila dimostranti sono scesi in piazza convinti che nella capitale «hanno preso il potere i fascisti».

Centinaia di ucraini vicini a Mosca si stanno arruolando nelle «brigate popolari» della Crimea per difenderla. Nelle basi russe della penisola ci sono i sommergibili nucleari. I manifestanti di Sebastopoli sfilavano con bandiere ucraine, russe e della flotta del Mar Nero sotto il comando di Mosca.
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