Kiev senza tregua

Nella capitale ucraina scoppia il caos. Decine di morti, oltre 500 feriti. Gli antigovernativi catturano 67 agenti. Evacuato il Parlamento. Bonino: "Decise sanzioni Ue"

Kiev senza tregua

Ancora violenze a Kiev, dove si susseguono i combattimenti tra la polizia e i manifestanti che occupano maidan Nezalezhnosti, la piazza Indipendenza al centro delle proteste, ma anche la zona degli edifici governativi.

Un'escalation rapida delle violenza ha provocato diverse vittime negli ultimi due giorni. I numeri oscillano molto e il ministero della Sanità ha confermato nel tardo pomeriggio 64 morti da martedì a oggi, ma altre stime sostengono che soltanto nella giornata odierna sarebbero state uccise 100 persone. Oltre cinquecento i feriti.

Gli scontri

I disordini a Kiev si concentrano soprattutto in un'area allargata intorno a piazza Indipendenza e nella zona dei palazzi governativi. In molte città, soprattutto nell'ovest del Paese, tradizionalmente più vicino all'Europa che alla Russia, i centri di potere sono stati di nuovo occupati dagli antigovernativi, dopo una breve tregua seguita all'applicazione della legge sull'amnistia, che ha rimesso in libertà molti degli arrestati negli scontri.

Negli ultimi giorni servizi e forze dell'ordine hanno denunciato la razzia di arsenali nelle città a ovest, a Leopoli e Ivano-Frankivsk, e si moltiplicano le voci di chi dice che le armi da fuoco siano arrivate fino alla piazza di Kiev. Alcuni manifestanti sarebbero rimasti uccisi da cecchini delle forze dell'ordine, ma una nota diffusa questa mattina dal ministero dell'Interno denuncia anche la presenza di un cecchino con le forze anti-governative di Kiev.

Gli antigovernativi hanno catturato circa sessanta agenti. "Non permetteremo atti di giustizia sommaria, li avete visti, sono ragazzini, hanno 18 anni, è la terza volta al massimo che li mandano in strada", ha detto Igor Miroshnichenko del partito Svoboda, confermando che i 60 sono tenuti prigionieri in un edificio dell’amministrazione municipale.

La Rada (il palazzo del Parlamento) e quello del governo sono stati evacuati in mattinata.

Le sanzioni dell'Ue e la politica

Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha annunciato da Bruxelles che l'Ue ha trovato l'accordo per una serie di prime sanzioni, che prevedono il blocco della concessione dei visti e il congelamento dei beni per i responsabili delle violenze in Ucraina.

L'ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin, è stato convocato dalla Farnesina. Sarà ricevuto domani dal viceministro Marta Dassù. In un'intervista telefonica al Giornale, l'ambasciatore italiano a Kiev, Fabrizio Romano, ha commento gli ultimi sviluppi di una crisi dove regna l'incertezza, commentando: "Non vedo soluzione, se non quella di un dialogo politico".

Il premier russo, Dmitri Medvedev, ha assicurato che Mosca si sforzerà di adempiere a tutti gli accordi presi con Kiev, ma ha avvertito che per una piena collaborazione è necessario che le autorità ucraine siano "legittime" e "in forma" per non essere calpestate come uno "zerbino".

Dimissionario il sindaco

Il capo dell’amministrazione comunale di Kiev e facente funzione di sindaco, Volodimir Makeienko, si è dimesso dal partito delle Regioni del presidente ucraino Viktor Yanukovich e ha detto di essere "disposto a fare qualunque cosa possibile per fermare il bagno di sangue e il fratricidio nel cuore dell’Ucraina".

Alcuni atleti lasciano Sochi

La delegazione presente a Sochi per le gare delle Olimpiadi invernali hanno tenuto questa mattina una riunione con il presidente del comitato ucraino, l'ex saltatore con l'asta Sergey Bubka. "Ogni membro della squadra olimpica affronta in maniera molto personale la questione", ha detto, facendosi portavoce per gli olimpionici.

Molti di quelli che hanno già gareggiato hanno scelto di tornare in patria, vista la gravità della situazione. La sciatrice Bogdana Matsotska ha escluso una sua partecipazione allo slalom di domani, decidendo però di rimanere comunque in Russia fino alla conclusione dei Giochi.

Merkel sente Obama e Putin

La cancelliera Angela Merkel, il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin ritengono che sia necessario "trovare

una soluzione politica alla crisi in Ucraina il più presto possibile". Lo riferisce il governo tedesco confermando la telefonata tra la Merkel e Obama e annunciando un colloquio telefonico della cancelliera anche con Putin.

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