La lingua di Dante tra i militari del Libano

Un corso di italiano frequentato dagli ufficiali dell'esercito libanese per contribuire alla missione di pace

La lingua di Dante tra i militari del Libano

Nelle missioni militari internazionali si studia anche l'italiano. Tra i banchi ci sono allievi con le stellette e in cattedra gli insegnanti della società Dante Alighieri, organizzazione che ha come scopo quello di "tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all'estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l'amore e il culto per la civiltà italiana". Se una lingua può essere strumento di pace, perché non diffonderla tra i soldati in missione? L'iniziativa più recente è targata Libano, base di Shama. È qui che ha sede il contingente italiano impiegato in Unifil, la forza di interposizione Onu nel Paese. E qui è appena terminato, con esame finale e graduatoria di merito, il corso di lingua italiana frequentato da un gruppo di ufficiali dell'esercito libanese iniziato a gennaio.
I militari, suddivisi in due classi, hanno partecipato alle lezioni con continuità e hanno ottenuto una certificazione di riconoscimento linguistico. La Plida (Progetto lingua italiana Dante Alighieri) è riconosciuta a livello europeo, è approvata, fra gli altri, dall'Università La Sapienza di Roma ed è utile per gli stranieri che vogliono ottenere un permesso di soggiorno di lunga permanenza in Italia.


Il progetto nato dalla collaborazione fra il Sector West di Unifil, quello a guida italiana, e il South Lithani Sector, comandato dal generale George Shreim che ha anche frequentato il corso, è stato realizzato appunto dalla società Dante Alighieri. L'insegnante, Cristina Foti, alla presenza degli ufficiali allievi e del comandante del Sector West, il generale Antonio Bettelli, ha dichiarato chiuso il corso e ha sancito il buon esito del programma.

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