Marò, Terzi si dimette: "Ero contrario a rimandarli in India"

Il ministro degli Esteri e quello della Difesa riferiscono in Parlamento. Terzi si dimette: "Ero contrario a rispedirli in India, ma le mie riserve sono rimaste inascoltate". Di Paola resta al suo posto: "Le valutazioni di Terzi non sono del governo. Non li abbandonerò". Monti ministro ad interim: "Non condivido le parole di Terzi, non sapevo delle dimissioni" SCRIVI AL GOVERNO

Marò, Terzi si dimette: "Ero contrario a rimandarli in India"

Sul caso dei marò, Giulio Terzi non ci sta ad essere accusato di aver abbandonato in India Salvatore Latorre e Massimiliano Girone e si è dimesso: "Per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perchè solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie. Mi dimetto in disaccordo con la decisione di rimandare i marò in India".

Il titolare della Farnesina ha lanciato dure accuse al governo: "Ho ascoltato ricostruzioni enormemente fantasiose su azioni che avrei assunto in modo autonomo senza considerare i rischi", ha ribadito oggi riferendo alla Camera sulla vicenda, "Mai avrei agito in modo autoreferenziale, senza un’opportuna ampia informativa su elementi critici del negoziato a tutte le autorità di governo". I due marò, insomma, non sono stati rispediti in India per volere di Terzi: "La mia voce è rimasta inascoltata. Le riserve da me espresse non hanno prodotto alcun effetto e la decisione è stata un’altra".

Quando aveva annunciato che i militari sarebbero rimasti in Italia, sostiene, il ministro aveva "un solido fondamento giuridico e politico". Una decisione presa "in costante coordinamento" tra la Farnesina e tutte le istituzioni interessate, come ha raccontato: "L’8 marzo in una riunione in cui erano presenti i ministri della Giustizia, degli Esteri, della Difesa, fu illustrata una proposta che venne poi proposta alla presidenza del Consiglio e che ricevette l’assenso di tutti, in cui si concordava di formalizzare la controversia con l’India sul conflitto di attribuzione e di giurisdizione".

Nonostante la richiesta da parte del Pdl di sospendere la seduta, l'informativa è andata avanti. Subito dopo Terzi, ha preso la parola Giampaolo Di Paola. "Ho sempre agito solo per il bene dei due fucilieri e dell’Italia. Se non ci sono riuscito me ne scuso con tutti e prima con loro due", ha detto il ministro della Difesa che ha aggiunto: "Le valutazioni di Terzi non sono quelle del governo. Sarebbe troppo facile dimettermi e non lo farò. Non abbandonerò la nave in difficoltà".

Stupito Mario Monti che domani alle 15 parlerà alla Camera e alle 17,30 al Senato. "Ho preso atto con stupore della dichiarazione del ministro degli Affari Esteri. Tali dimissioni non mi erano state preannunciate, benché in mattinata si fosse tenuta presso la presidenza del Consiglio, con la mia partecipazione, una riunione di lavoro con i ministri Terzi e Di Paola".

Il premier uscente ha aggiunto che "le valutazioni espresse dal ministro Terzi non sono condivise dal governo". Il presidente del Consiglio è poi salito al Quirinale con il decreto di accettazione delle dimissioni e ha assunto, in accordo con Giorgio Napolitano, il ministero ad interim.

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