Pioggia di critiche su Michelle agli Oscar: «Che esibizionista, vuole fare la diva?»

Pioggia di critiche su Michelle agli Oscar: «Che esibizionista, vuole fare la diva?»

«Puro esibizionismo», commenta Politico.com e non è nemmeno la critica più feroce. Michelle Obama finisce nel mirino dei repubblicani per la sua apparizione agli Oscar, con la quale ha annunciato il vincitore per il miglior film, Argo, e dimostrato l'amore tra il cinema di Hollywood e gli attuali inquilini della Casa Bianca. Anche il Washington Post dedica alla vicenda un articolo dal titolo: «Può una First Lady avere un ruolo da star?». Cnn ha parlato di «salto dello squalo», di una caduta di stile fuori luogo per la first lady. Lo stesso Ben Affleck, che ha diretto la pellicola, dopo la cerimonia ha detto che gli sembrava di aver avuto un'allucinazione quando ha visto la First Lady. Introdotta dall'attore Jack Nicholson, avvolta in un vestito argentato e con l'immancabile frangetta pettinata alla perfezione, la first lady ha annunciato la vittoria di «Argo», il film di e con Ben Affleck, dedicato a un drammatico capitolo della storia della diplomazia americana: l'operazione segreta congiunta tra Stati Uniti e Canada per liberare sei cittadini americani rifugiatisi nell'ambasciata canadese di Teheran. «Si è divertita», dicono, ma sembra non abbia fatto divertire molto gli spettatori davanti allo schermo.
La politica si mischia alla spettacolo. Un po' come sta accadendo in Italia, dove dopo lo tsunami elettorale che ha portato un comico al top dei consensi elettorali, oggi è atteso John Kerry, fresco di nomina alla segreteria di Stato e in arrivo da Londra e Berlino. Il capo della diplomazia Usa domani affronterà la questione Siria, ma è probabile che nel suo incontro bilaterale con il ministro degli Esteri Giulio Terzi affronterà anche il tema della delicatissima situazione politica italiana.

Intanto si è sbloccata ieri la nomina dell'ex senatore repubblicano Chuck Hagel alla guida del Pentagono. I repubblicani, che finora avevano osteggiato il nome voluto con forza da Obama, hanno rinunciato all'ostruzionismo e contribuito al via libera.

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