Stallo sull'evacuazione di Homs. Continuano i colloqui a Ginevra

Damasco vuole garanzie sugli aiuti umanitari. Croce rossa: al momento nessuna misura concreta per i civili

Bambini di Homs si scaldano intorno a un fuoco nella città assediata
Bambini di Homs si scaldano intorno a un fuoco nella città assediata

A Homs, per ora, non è cambiato nulla. Ieri le delegazioni di governo e opposizione siriani hanno deciso durante i colloqui di Ginevra di permettere ai civili di abbandonare la città, da un anno e mezzo sotto assedio. Al momento non è però stata presa nessuna misura concreta.

A denunciare che nulla è cambiato l'opposizione e la Croce rossa internazionale, secondo cui il governo di Bashar al-Assad non si è ancora mosso per permettere ai civili di lasciare la città.

Metà delle donne e dei bambini che si trovano a Homs, circa 200 persone, sono pronti a lasciare la città, costretti dalle privazioni e dalla mancanza di medicinali. Attendono però - secondo fonti dell'opposizione siriana citate da Afp - che il governo assicura di non arrestarli appena lasciato l'assedio. Le altre donne hanno deciso di "non abbandonare i propri mariti". Le condizioni per l'evacuazione del centro cittadino sono infatti diverse per gli uomini.

Omran al-Zoubi, ministro dell'Informazione siriana, ha chiarito che Damasco non accetterà "strumentalizzazioni politiche" su Homs e che i colloqui "devono essere inquadrati nella situazione umanitaria". Il governo vuole anche assicurazioni sul fatto che i ribelli "non aprano il fuoco contro i convogli di aiuti umanitari" e che "arrivino a chi ne ha bisogno".

Mentre l'opposizione denuncia difficoltà a trovare un accordo anche sulla questione dei prigionieri, oggi le trattative si sono incentrate sulla possibilità

di un governo di transizione per il post-Assad. L'argomento è spinoso: mentre la delegazione governativa non accetta di prendere in considerazione l'idea, la controparte la ritiene un passaggio necessario.

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