Eur, indebito pressing su Veltroni

I costruttori scrivono una lettera a Veltroni per chiedere di accelerare l’abbattimento delle torri dell’Eur e dall’opposizione capitolina si innesca l’immediata «levata di scudi». Con una lettera pubblicata ieri dal Corriere della Sera, i proprietari del nuovo complesso dell’Eur (riuniti in un consorzio di imprese) chiedono, in sostanza, di «discutere e approvare in Consiglio comunale la delibera che dà il via libera finalmente ai lavori», in modo da aprire i cantieri e dare vita a quella che sarà la nuova «creatura» firmata Renzo Piano.
Tra i primi a reagire all’iniziativa dei costruttori, Marco Visconti, consigliere di An al Comune, il quale, senza usare mezzi termini, accusa: «La lettera è un atto di arroganza e pressione indebita sull’autonomia del Consiglio comunale». Secondo l’esponente di via della Scrofa «tutto questo la dice lunga sui rapporti esistenti tra il sindaco Veltroni e l’assessore ai Progetti speciali, Minelli, con i costruttori che operano in questa città». C’è un altro aspetto su cui Visconti punta il dito: «È grave anche il fatto che Minelli dichiari che tutti hanno riconosciuto che è un progetto bellissimo e di basso impatto ambientale, che avrà effetti positivi e che c’è effettivamente una certa fretta per andare velocemente alla sua realizzazione». E aggiunge: «Chi sono quelli che hanno riconosciuto che il progetto è bellissimo? Forse i 400 facoltosi ricchi che compreranno i 400 appartamenti extralusso?». Il nuovo edificio, che sorgerà presso l’ex sede del ministero delle Finanze e che avrà un costo complessivo di 160 milioni di euro, prevede, infatti, appartamenti per 400 famiglie, ma a un costo al metro quadro «sicuramente non alla portata di tutti», più un esclusivo suites-hotel e una piccola parte commerciale, una sorta di «scatola magica» come la definisce l’architetto che l’ha disegnata.
«Dopo questa lettera - conclude Visconti - mi auguro che nell’aula Giulio Cesare vi sia il clima per discutere serenamente di questa delibera, e se è il caso emendarla o bocciarla. Rimane comunque il fatto di un precedente gravissimo che getta un’ulteriore ombra sul modo di gestire politica e affari nella nostra città da parte del sindaco Veltroni e della sua giunta».
Sulla stessa linea anche il capogruppo Udc al Comune, Dino Gasperini, che tuona: «Basta con le trasformazioni edilizie con le varianti urbanistiche e i nuovi insediamenti all’Eur che distruggono la qualità originaria del quartiere e non prevedono le necessarie infrastrutture. Non è vero - continua l’esponente Udc - che la delibera è pronta per il Consiglio comunale anche perché la commissione Lavori Pubblici e trasporti di cui sono membro, non ha neanche completato l’iter per il parere di competenza». La delibera non è pronta ma alcuni lavori, intanto, sono già iniziati, ritenuti dai costruttori «urgenti» e che «andavano comunque fatti». Anche per Gasperini sono «inaccettabili» le richieste di accelerazione dell’approvazione della delibera da parte dei privati e «personalmente ho già pronti mille emendamenti alla delibera contro questo stravolgimento all’Eur.

Lavorerò per evitare che questo progetto si possa realizzare. Qualcuno in aula Giulio Cesare dovrà spiegare inoltre, perché le facciate delle torri già non esistono più, anche se la delibera ancora non è arrivata in Consiglio comunale».

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