da Milano
Sono giorni di superlavoro per John Thain, direttore generale del New York Stock Exchange. Un carico straordinario di compiti imposto dallavvicinarsi della scadenza-chiave di metà dicembre, periodo in cui gli azionisti di Euronext dovranno pronunciarsi sul matrimonio con il Nyse. Conclusa la missione a Roma, dove lo scorso 26 ottobre ha incontrato il presidente del Consiglio Romano Prodi e il governatore di Bankitalia Mario Draghi per sponsorizzare la fusione che potrebbe coinvolgere anche Borsa Italiana, Thain si è subito rituffato sul dossier Euronext. Con un obiettivo preciso: battere i rivali di Deutsche Börse con un ritocco dellofferta. «Il Nyse farà in modo che la propria offerta per Euronext sia più interessante di tutte le altre», ha detto ieri Thain. Finora, il Nyse ha messo sul piatto circa 8,8 miliardi di euro per assicurarsi la società guidata da Jean-François Theodore. Il prezzo è inferiore ai 9 miliardi che Francoforte è pronta a sborsare, ma New York può contare sullaccordo già raggiunto con i vertici di Euronext. In linea teorica, Thain sarebbe in una botte di ferro. Sulla sua strada, tuttavia, ci sono due ostacoli. Il primo dei quali è difficile da rimuovere, essendo di natura politica. Il presidente francese Chirac e il cancelliere tedesco Merkel si sono più volte espressi a favore della creazione di una Borsa paneuropea.
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