Legge sui cibi sintetici anche in Francia. Coldiretti: “Italia apripista”

Dopo l'Italia, anche la Francia avanza una proposta di legge per vietare la produzione, lavorazione e commercializzazione di carne sintetica

Immagine da Wikipedia
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L'Italia traccia la rotta in Europa sulla regolamentazione della carne sintetica e ora anche in Francia è stato depositato al parlamento francese una proposta di legge "per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale". A promuovere l'iniziativa è stato un gruppo di parlamentari dell’Assemblea Nationale francese, appartenenti al partito Les Républicains. La proposta è una copia quasi perfetta, ma adattata al territorio transalpino dell'iniziativa appena approvata dal parlamento italiano.

A darne notizia è Coldiretti, che ha sottolineato come la proposta sia stata avanzata nel pieno interesse della salute umana, degli animali e dell'ambiente. Nella forma, si tratta di un emendamento al Codice rurale già esistente nella Repubblica transalpina, che introduce in modo esplicito il divieto di produzione, lavorazione e commercializzazione di carne coltivata in laboratorio. Nella relazione in cui i deputati contestualizzano la richiesta, si cita esplicitamente la legge italiana come esempio di impianto da cui è stato tratto l'emendamento.

"L’iniziativa del parlamento francese conferma il ruolo di apripista dell’Italia nelle politiche di tutela della salute dei cittadini", ha dichiarato il presidente di Coldiretti Italia, Ettore Prandini, che nella sua nota, sottolineando che "la battaglia sulla carne sintetica si sposta ora in Europa", uscendo dai confini italiani. Una vittoria per l'iniziativa italiana, osteggiata nel nostro Paese dalla solita sinistra ideologica che, invece, supporta la coltivazione di carne da laboratorio. "Non sarebbe d’altro canto la prima volta che facciamo da pionieri nell’Ue. Basti pensare che il nostro Paese, grazie peraltro al pressing avviato da una raccolta di firme della Coldiretti, è stato il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti", ha proseguito Prandini. Ora, l'obbligo di etichettatura è presente anche in altri Paesi e l'Unione europea si sta progressivamente allineando, superando "di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato".

Durante il convegno organizzato dall'Accademia dei Georgofili di Firenze, su proposta del suo Comitato consultivo su Allevamenti e prodotti animali, sono stati sollevati dubbi sulla sicurezza e sulla sostenibilità della carne coltivata. "Ci sono fonti alternative alla carne ma sono sempre state complementari, come uova, latte e pesce e insieme alle fonti vegetali vanno a comporre la dieta mediterranea.

Uscire dai ranghi da questo che è considerato il tipo di alimentazione ideale significa andare verso diete squilibrate, frammentate, con cibi ultraprocessati e soprattutto artificiali: non ne abbiamo assolutamente bisogno", ha affermato Giuseppe Pulina, professore di Etica e Sostenibilità degli allevamenti presso l'Università di Sassari.

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