Evermodo

Nel 1120 il fondatore dei canonici premostratensi, s. Norberto, era a Cambrai a predicare. Tra i suoi ascoltatori c’era Evermodo, che rimase così colpito da voler seguire il santo ad Anversa. Qui entrò nell’ordine che s. Norberto aveva fondato. In quegli anni un cataro di nome Tanchelmo, alla testa di tremila seguaci, devastava chiese e massacrava gli oppositori. Il famoso Abelardo parlava di lui come di un pericoloso perturbatore. Tanchelmo vestiva con un mantello regale, portava una corona in testa e si faceva precedere dai simboli del potere temporale, lo stendardo e la spada. Riuscì anche a impadronirsi di Bruges e a spadroneggiare ad Anversa (ma c’è ancora chi sostiene che i catari fossero dei pacifici non violenti) fino a quando, con gran sollievo della popolazione, l’arcivescovo di Colonia lo fece arrestare. Per rimediare ai guasti prodotti dagli eretici (che imperversarono per parecchi anni) furono chiamati s. Norberto e i suoi uomini, uno dei quali era il nostro Evermodo. Nel 1134 quest’ultimo fu chiamato a sostituire s. Norberto alla direzione del monastero di Gottesgnaden. Quattro anni dopo gli fu chiesto di assumere la direzione di quello di Magdeburgo intitolato alla Vergine.

In quest’altro monastero rimase per sedici anni prima di venire consacrato vescovo di Ratzeburg, città che era stata eretta in diocesi proprio allora ed ebbe Evermodo come suo primo vescovo. Si trattava, infatti, di evangelizzare i sassoni orientali, ancora largamente pagani. Per questo il santo di oggi è considerato uno dei primi apostoli di queste popolazioni. Evermodo morì nel 1178.

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