Il faccendiere ucciso per un debito non pagato

RomaSabato aveva confessato l’omicidio di Roberto Ceccarelli, l’imprenditore romano freddato la sera prima davanti al Teatro delle Vittorie, a Prati. Ma il 70enne Attilio Pascarella che si era costituito avrebbe tentato di sviare le indagini per coprire qualcuno. Ne è sicura la Mobile romana che ieri ha fermato un 35enne pregiudicato, nipote del reo confesso. Si chiama Daniele Pascarella, ora è indagato per omicidio volontario in concorso. Indagini, dunque, a una svolta con due fermati (il 70enne sarebbe l’esecutore materiale) dopo una confessione che lascia qualche dubbio.
Un passato torbido quello di Ceccarelli fatto di possibili legami con soggetti del malaffare e tra questi esponenti già legati alla Banda della Magliana. Un passato di truffe, inchieste sul riciclaggio, reati finanziari, implicazioni nel caso Lady Asl. Mentre non ha ancora trovato conferme l’ipotesi che il faccendiere potesse avere anche un coinvolgimento nella mega truffa del Madoff dei Parioli. In uno degli elenchi sequestrati dalla Guardia di finanza c’era una persona che si chiama Roberto Ceccarelli. I magistrati stanno valutando eventuali collegamenti con la maxi truffa a vip e aristocratici di Gianfranco Lande, ma la pista, al momento, appare tutta da sviluppare. Accertamenti riguardano anche la possibile presenza di Attilio e Daniele Pascarella, i due fermati, nelle liste di Lande. Aspetti, che aprirebbero uno scenario più vasto sul delitto, e che sono stati affrontati in un vertice alla presenza anche del Procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, responsabile della direzione distrettuale antimafia di Roma.In attesa dei riscontri tecnici (fra i quali c’è l’esame dello «stub» sulle tracce di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti dei due fermati) gli investigatori stanno cercando riscontri alla confessione del settantenne.
Alla polizia l’uomo (che racconta di vivere in un’auto) ha detto di aver ucciso Ceccarelli con due colpi di pistola calibro 22 dopo un litigio scaturito dal mancato saldo di un debito. Aveva bisogno di soldi. In passato aveva fatto da prestanome alla vittima in alcune truffe e forse per questo veniva ricompensato. Una versione che ha destato perplessità. Il sospetto degli investigatori è che l’anziano possa coprire il vero killer. Per questo motivo il pm Silvia Santucci e gli investigatori guidati dal capo della squadra mobile Vittorio Rizzi hanno disposto una serie di riscontri, a cominciare dal ritrovamento della pistola nel Tevere. Detenuto a Regina Coeli, A.P. dovrà ora essere sentito dal gip in sede di convalida del fermo. Nel frattempo, in questura, proseguono le audizioni dei testimoni. Le verifiche sull’omicidio appaiono necessarie alla luce della complessa attività di Ceccarelli, considerato un personaggio di grossa levatura, non fosse altro perché il suo nome apparve, ma non fu indagato, nell’inchiesta sulle truffe attribuite a Lady Asl.
Intanto, nella capitale l’omicidio continua a far parlare. Tanto che sulla vicenda si allunga anche l’ombra della Banda della Magliana.

A Prati, la presidente del XVII Municipio, Antonella De Giusti, lancia l’allarme: «Il rischio qui non è più lo scippo o lo spaccio. Abbiamo avuto un’attività sequestrata per ’ndrangheta e un’altra chiusa per reati finanziari. Ormai la mafia non sta più solo in Sicilia e in Calabria».

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