Quanti frustrati ha Facebook. Sono tutti coloro che in un modo o nell’altro sostengono di esserne padri e che visto il business che il social network ha generato, ora vogliono prenderne i frutti. Succede infatti che Facebook batte Google e si afferma come il sito più visitato negli Stati Uniti nel 2010 e guarda gaso intorno al social network si sta per aprire un nuovo capitolo della battaglia legale che si protrae da anni tra i gemelli Winklevoss, che avrebbero avuto l’idea da cui poi nacque Facebook, e il suo fondatore Mark Zuckerberg. Tyler e Cameron Winklevoss, infatti ci ripensano. E puntano a un annullamento dell’accordo raggiunto in precedenza con il sito web, dichiarandosi pronti ad aprire un nuovo capitolo della battaglia legale intorno al social network che si protrae da anni.
I gemelli Winklevoss, che accusano Mark Zuckerberg di aver rubato l’idea originale per la creazione di Facebook e che hanno patteggiato un accordo che li ha portati a incassare 20 milioni di dollari in contanti e 45 milioni di dollari di azioni Facebook, ritengono di essere stati «ingannati»: l’intesa - riporta il New York Times - non rispecchia il valore reale del social network e la somma ricevuta è troppo ridotta. Il mese prossimo i gemelli Winklevoss potrebbero chiedere alla corte d’appello federal di San Francisco l’annullamento del precedente accordo così da poter riprendere l’azione legale avviata nel 2004. E insistono: non è una questione di soldi ma di principio. Una differenza di valore c’è senza dubbio, secondo alcune stime infatti l’attuale valore dell’accordo sarebbe pari a 140 milioni di dollari. «Il principio è loro non si sono battuti correttamente. Il principio è che Mark ha rubato l’idea» spiega Tyler Winklevoss. A complicare ulteriormente la vicenda è il fatto che i gemelli Winklevoss sono in guerra anche con gli avvocati che li hanno portati ad accettare il patteggiamento. Un giudice di recente ha stabilito che i gemelli debbano versare ai legali una commissione del 20%, ovvero 13 milioni di dollari. Il risultato è che i soldi ricevuti dall’accordo del 2008 sono attualmente bloccati in un conto corrente. «Mark è dove è perchè noi lo abbiamo incluso nel nostro progetto» aggiungono. Una nuova battaglia legale presenta rischi sia per i gemelli Winklevoss sia per Facebook, la cui posta in gioco è elevata: se il giudice decidesse di annullare l’accordo, la società dovrebbe decidere se patteggiare un’intesa più ricca o se andare al processo. I gemelli Winklevoss potrebbe arricchirsi di più oppure perdere tutto. La disputa risale al 2003, quando Zuckerberg, i due gemelli e Divya Narendra erano a Harvard e Zuckerberg si è offerto di aiutarli a creare il programma Harvard Connection. Zuckerberg - denunciano i gemelli - avrebbe ritardato il lavoro e si sarebbe mostrato evasivo nel rispondere alle pressioni. Nel febbraio 2004 Zuckerberg ha lanciato The Facebook, fra l’irritazione dei suoi compagni che hanno subito avviato una causa.
Ma i gemelli Winklevoss non sono gli unici.
C’è anche Paul Ceglia che ha intentato una causa perché sostiene di essere proprietario dell’84 per cento di Facebook. A differenza degli altri pretendenti a una fetta del social network, Ceglia sostiene di aver firmato nel 2003 un accordo per sviluppare il sito. Accordo al quale poi Zuckerberg sarebbe venuto meno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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