«Vado avanti per la mia strada, non ho alcun dubbio né risentimento». Il Commissario straordinario del Carlo Felice Giuseppe Ferrazza è deciso, ma soprattutto imperturbabile, nonostante la bufera che si è scatenata nelle ultime settimane riguardo alla sua proroga e alle nuove nomine di direttore artistico e consulente tecnico, che da un giorno all'altro hanno congedato Cristina Ferrari e il direttore degli allestimenti scenici Michele Olcese.
«Personalmente non ho malumori con nessuno - ha dichiarato - faccio soltanto il mio lavoro: i due contratti erano in scadenza e semplicemente non li ho rinnovati. Niente di personale, solo una scelta diversa. Sono qui a rappresentare le istituzioni, il mio compito è quello di tirare fuori il teatro dalle secche in cui si è arenato, tutto qui. Sbaglia chi pensa che io faccia un gioco politico».
Insomma, per Ferrazza la rotta è obbligata, non c'è via alternativa, contrariamente a quanto sostiene il sindaco Marta Vincenzi, che non più tardi di due settimane fa aveva annunciato l'imminente fine del commissariamento e il ripristino di un regolare consiglio di amministrazione. Con tanto di nuovo sovrintendente. «Non possiamo pensare di riprendere un iter normale, l'ho detto anche al sindaco: siamo ancora in una situazione economica molto precaria, tra il disavanzo in cui versavamo e le attuali difficoltà dovute ai tagli dei finanziamenti. Per non parlare poi del problema Fondo Pensioni, che ci sta ancora tenendo sulle spine: solo oggi dovremmo riuscire a chiudere definitivamente la questione. E qui colgo anche l'occasione per manifestare nuovamente la mia riconoscenza agli enti locali, Comune e Provincia, che hanno lanciato un salvagente prezioso al teatro per non annegare nel fallimento definitivo. Vi assicuro che sarò il primo ad informare il ministero quando il Carlo Felice sarà in grado di riprendere la sua attività autonoma».
Si riparte a gennaio. Il commissario, presentando «Rigoletto», ha ribadito infatti che questa «mezza stagione» programmata fino a dicembre non apre il nuovo cartellone, ma semplicemente chiude quello vecchio. «La programmazione d'ora in avanti inizierà dal primo di gennaio, anche perché i finanziamenti sono erogati a partire dall'inizio dell'anno solare; quindi mi sembra un ragionamento più che logico. Inoltre, le opere che stiamo presentando ora al pubblico appartenevano alla scorsa stagione, sono slittate all'autunno per una palese carenza di fondi; a maggior ragione, quindi, possiamo considerarle una "coda" e non un inizio».
Ancora sconosciuta però la prossima programmazione, nonostante le polemiche fiorite in questi giorni sulla stampa locale a proposito delle scelte artistiche ventilate. «Polemiche esagerate - le ha definite Ferrazza, - nessuno ha intenzione di snaturare il teatro, semplicemente accosteremo alla tradizione la musica contemporanea. In fondo "L'Opera da tre soldi" con Ranieri è una coproduzione con il San Carlo di Napoli, mica col primo venuto. E prometterebbe incassi preziosi. Così come Tosca amore disperato di Lucio Dalla. Intanto abbiamo già cominciato a preoccuparci di un effettivo e proficuo contenimento dei costi, ne sia un esempio il cast di questo "Rigoletto": tutti bravi, belli e soprattutto giovani. Abbiamo rinunciato ad ingaggiare grandi nomi da cachet esagerati e abbiamo investito sulle nuove generazioni di artisti, che sono meno esosi e sono validissimi. Questo avevo promesso appena arrivato e questo ho mantenuto.
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