Lidia Scognamiglio
«Lasciare il cuore in balia della vita». Lasciare che le mani, i piedi, il corpo si perdano nel fuoco del Flamenco. Un invito ad abbandonare, anche solo per qualche ora, gli schemi rigidi della ragione per farsi trasportare dal ritmo suadente della danza andalusa. Per una volta si può. Dal 13 al 23 settembre lAuditorium Parco della Musica ospiterà un festival interamente dedicato al flamenco. Esplorato in tutte le sue dimensioni: el cante, il lamentoso e roco canto tradizionale, el toque, la musica della chitarra accompagnata dal ritmo di mani e piedi, ed el baile, lanima vera di questarte, la danza. Una trilogia inscindibile per realizzare un festival di flamenco «puro», a 360 gradi. «Una kermesse nuova - spiega Carlo Fuortes, direttore della Fondazione Musica per Roma, promotrice dellevento - che si allontana dagli elementi folkloristici e stereotipati di tanti spettacoli commerciali, ormai di moda, per riscoprire le antiche radici di questarte».
Sette appuntamenti (lanteprima con Eva Yerbabuena si è già svolta il 29 luglio) con i grandi maestri e le giovani stelle del flamenco diretti dal critico musicale di El País Juan Angel Vela Del Campo: «Al Teatro Reale di Madrid, quando hanno visto il programma romano hanno esclamato Carramba!. Il prossimo anno vogliamo fare anche noi un festival del genere. Presentiamo il meglio del flamenco, una cultura che sta vivendo in questi anni la sua Età delloro, aprendo nuovi dialoghi con altre forme darte e generi musicali».
Questa nobile danza, nata nella culla dellAndalusia, tra Siviglia e Granada, ha, infatti, raggiunto una fama mondiale. La sua forza è il suo mistero. Lenigmatica quanto insolita combinazione di passione e strazio, gioia e sofferenza, amore e dolore. «Come una smorfia che tende al sorriso». Non solo danzatori, ma anche cantanti e musicisti. Ecco in rassegna il cast che animerà le serate dellAuditorium: il leggendario interprete del toque, Tomatito Sexteto, nipote del famoso chitarrista Nino Miguel e accompagnatore di un mostro sacro del flamenco, Cameron de la Isla; il patriarca del canto Enrique Morente, audace innovatore quanto fedele ricercatore della tradizione; il bailaor Israel Galván, interprete della modernità della danza aperta a nuove forme darte. E ancora per el cante un mito classico del flamenco, Miguel Polveda, rappresentante della forma più intima e colta di questarte, e Carmen Linares, la cui voce raffinata ed estremamente personale è stata paragonata a quella di Maria Callas. In chiusura le contaminazioni del jazz del chitarrista Gerardo Nuñez, noto per aver rinnovato la tradizione del flamenco aprendola a ogni tipo di influenza musicale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.