Padre Bossi è vivo. A quasi un mese dal suo sequestro, sono state recapitate ieri al superiore del Pime nelle Filippine alcune foto di Padre Giancarlo Bossi, missionario di 57 anni, rapito il 10 giugno nel sud delle Filippine nella provincia di Zamboanga, a ovest dell’isola di Mindanao. Dietro al sequestro ci sarebbe la mano, secondo fonti filippine, del gruppo integralista Abu Sayyaf. Le immagini sono state pubblicate da AsiaNews e sono ora alla Farnesina per verificarne l’autenticità. Se ritenute veritiere, le foto sarebbero la prova che il religioso è vivo e anche il primo segnale lanciato finora dai suoi rapitori.
Dal giorno del rapimento, nessun messaggio, nessuna traccia che potesse servire all’esercito per rintracciarli. Ma più che all’esercito, i missionari e i colleghi di padre Bossi si affidano alla polizia locale. In una zona dove la fitta giungla e le continue piogge ostacolano le già difficili ricerche, solo i poliziotti locali sanno muoversi. Gente nata e vissuta sempre lì, che conosce l’area. Nelle operazioni verranno impiegati anche dei cani di unità cinofile addestrate per cercare persone scomparse, secondo quanto si legge sul blog aperto dai confratelli di padre Bossi, riportando una notizia divulgata ieri dalla rete tv Abs-Cnb news.
Secondo i giornali nazionali filippini, l’esercito avrebbe esteso le ricerche, finora concentrate nelle aree di Lanao e nella baia di Sibugay, alla zona di Basilan. Intanto ieri è arrivata a Zamboanga l’ex sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver, dopo essere stata ricevuta a Manila, la capitale, dal presidente Gloria Arroyo. Al centro dei colloqui la richiesta di impegno al governo filippino per arrivare alla liberazione di padre Bossi. Nel corso dell’incontro, definito dalla Boniver «cordiale ma non formale», l’ex sottosegretario ha consegnato al presidente una lettera del ministro degli Esteri Massimo D’Alema. La visita della Boniver avviene pochi giorni dopo le critiche lanciate da una larga parte del mondo politico, secondo cui il governo sta facendo troppo poco per la liberazione di padre Bossi, come se fosse un ostaggio di serie B in confronto ad altri recenti sequestri.
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