Al solo vederle le immagini di quel video di circa 2 minuti diffuse ieri dalla polizia fanno accapponare la pelle: un uomo messicano, battezzato proprio per la sua sveltezza con il soprannome «Manolete» insieme a due complici ruba i bagagli ai passeggeri in transito allaeroporto di Fiumicino.
Davvero singolare il suo «modus operandi»: un movimento del tutto simile a quello che compiono i matador con il panno rosso quando affrontano i tori nella corrida. In una manciata di secondi, giusto il tempo di controllare il proprio volo sul monitor o di sorseggiare un caffè, il passeggero resta senza valigia. Lui, Manolete, sfruttando quel brevissimo lasso di tempo agisce in modo rapido e preciso. I due suoi complici lo coprono e a gesti gli suggeriscono quando è il momento giusto per agire. Lui, lesto, con una giacca copre loggetto preso di mira - in genere piccole valige, zainetti borse imbottite per trasportare notebook e macchine fotografiche - e poi si dilegua senza nemmeno dare il tempo al malcapitato di capire cosa sia successo.
I controlli capillari nello scalo romano per fermare lesperto del furto, sono scattati dopo linfinità di denunce sporte dai viaggiatori, soprattutto stranieri. A supporto del servizio di pattugliamento svolto dagli agenti in divisa e in borghese si è rivelato molto utile limpiego delle 500 telecamere ad alta risoluzione collocate sia allinterno sia allesterno del Leonardo da Vinci. Le stesse, peraltro, che sono riuscite a «catturare» le immagini di Manolete in azione, che lo riprendono in due occasioni: mentre ruba una borsa a una passeggera statunitense e poi quando tenta il bis con due turisti cinesi. Ma viene scoperto. La sua carriera è finita quando p stato sorpreso in flagranza di reato, allalba, allinterno dei terminal, da un investigatore in gonnella. Inutile la fuga allesterno dellaerostazione: luomo è stato bloccato dopo un rocambolesco inseguimento che si è concluso vicino al Cerimoniale di Stato.
Soddisfazione per la sua cattura è stata espressa in particolare dal vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo.
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