Fiori e cappotti: è l’addio con ovazione firmato Ralf Simons

Fiori e cappotti: è l’addio con ovazione firmato Ralf Simons

A guidare la standing ovation è stata Anna Wintour. Dopo di lei tutti i presenti sono scattati in piedi ad applaudire l'ultima meravigliosa sfilata di Raf Simons per Jil Sander. Mai visto uno stilista richiamato in sala per acclamazione. Lui piange, il pubblico pure e gli addetti alla security non sanno più che pesci pigliare perché invece di forzare il blocco, tutti sono semplicemente lì per testimoniare stima a un professionista della moda. Chiamato nel 2005 alla direzione artistica del marchio fondato 30 anni prima da Heidemarie Jiline Sander detta semplicemente Jil, Raf Simons da oggi lascia la prestigiosa poltrona. Al suo posto torna lei, la grandissima designer di Amburgo che nel 1999 ha ceduto la sua griffe a Prada che l'affidò nelle capaci mani di Milan Vukmirovich. Nel 2003 la raffinata signora venne richiamata alla guida creativa della maison. Restò appena un anno si dice per incompatibilità di carattere con Patrizio Bertelli. Vero o falso che sia, l'imprenditore toscano ha poi ceduto il brand a un fondo britannico che l'ha rivenduto ai giapponesi del Gruppo Onward Kashijama. Si dice che Simons fosse sul punto di firmare il contratto con Dior che da un anno esatto è senza stilista perché un drago come John Galliano non può essere sostituito da un volonteroso assistente come Bill Gayten. Sembra che l'accordo sia sfumato all'ultimo momento, ma intanto Jil aveva già accettato di rimettersi in pista a 68 anni suonati. Resta da capire dove finirà il talentuoso designer belga ma di sicuro non resterà disoccupato a lungo e il suo prossimo approdo dovrebbe essere proprio a Parigi dove entro l'anno potrebbe terminare anche il sodalizio tra Stefano Pilati e Yves Saint Laurent.
Certo la collezione Jil Sander del prossimo inverno sembra perfetta per gli stilemi di Dior. C'erano i colori dei fiori che Monsieur Christian coltivava nel suo giardino di Milly La Foret: rosa pallido, giallo ranuncolo, glicine e verde Isabella con sapienti pennellate di rosso peonia e biscotto mentre nero e cipria comparivano soprattutto nei modelli da sera. Sotto alle forme avvolgenti e sublimi dei cappotti, spuntavano meravigliosi vestiti con l'inconfondibile taglio couture degli anni Cinquanta enfatizzato anche dalle elegantissime scarpette aperte dietro. Insomma questo addio sembrava proprio un «au revoir» che i parigini non possono permettersi il lusso di ignorare. Del resto sono loro a dominare lo scacchiere della moda mondiale come dimostra la bella collezione di Pucci (marchio controllato dal Gruppo Louis Vuitton Moet Hennessy) disegnata da Peter Dundas. Stavolta il bravo designer norvegese ha fatto un viaggio nell'abbigliamento maschile in chiave femminile e nell'eterno contrasto tra bianco e nero senza comunque dimenticare che la mistica del brand sta nelle stampe. Così oltre alla più bella giacca da smoking che si possa immaginare (ha le maniche ma si porta sulle spalle come una mantella) c'è un nuovo motivo battezzato Caleidoscope perchè unisce la tecnica della carta fiorentina su un disegno astratto da pavimento di chiesa medioevale che in qualche modo ricorda dei grandi fiori. Su questo punto gli stilisti sono tutti d'accordo.
Antonio Marras sparge rose e petali dappertutto su una superba collezione ispirata da Milly, la cantante piemontese che ebbe un grandissimo successo prima a Milano, poi nel mondo e di nuovo sulle rive del Naviglio. A questa donna amata da Cesare Pavese, lo stilista sardo dedica il suo solito straordinario lavoro di assemblaggio d'innumerevoli materiali in un solo capo: velluti irripetibili, tessuti maschili, pellicce di astrakan, broccato nero e un sublime punto di rosso. Stavolta, però, le forme sono così speciali e convincenti da spazzare via la polvere del vintage. Sulla ricerca materica e sui fiori danno ottime prove stilistiche anche due emergenti di talento.

Gabriele Colangelo alla sua seconda sfilata per Genny, marchio su cui la Swinger sta compiendo un'intelligente operazione di rilancio, s'ispira a Georgia O'Keefe e usa i colori cupi delle sue celebri orchidee per un'emozionante collezione. Silvio Betterelli, invece, guarda un giardino di notte ai raggi infrarossi e riproduce l'emozione tanto nelle stampe quanto nella materia dei modelli con sorprendenti lavorazioni a vortice.

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