Fmi: recessione più lunga, le famiglie troppo indebitate

Una recessione più profonda e prolungata. È il risultato dell’alto indebitamento registrato dalle famiglie di molti Paesi nei cinque anni precedenti la grande recessione, iniziata tra il 2007 e il 2008. Con effetti che, in assenza d’interventi mirati, possono protrarsi per altri cinque anni dall’inizio della frenata, quindi fino al 2012-13.
È la diagnosi degli economisti del Fondo Monetario internazionale che in uno dei capitoli analitici del World Economic Outlook, appena pubblicato, sottolineano come l’amplificazione della crisi legata ai bilanci familiari, possa essere contrastata dall’intervento dei governi, sia in termini di sostegno ai disoccupati, sia di politica monetaria più espansiva, anche se lo stimolo macroeconomico ha dei limiti.
«Le famiglie in molte economie - si legge nel documento - stanno lottando con il peso del debito accumulato prima della Grande recessione. Durante i cinque anni precedenti il 2007, il rapporto tra debito e reddito delle famiglie è cresciuto a massimi storici sia nei Paesi avanzati che in alcune economnie emergenti. E il contestuale boom nei prezzi delle attività - per esempio in Islanda, Irlanda, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti - ha significato che il debito delle famiglie, rispetto alle attività, si era mantenuto ampiamente stabile.

Ma quando i prezzi immobiliari sono calati, molte famiglie hanno riscontrato maggiori difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti del mutuo. E i fallimenti delle famiglie, la confisca degli immobili e le aste fallimentari sono diventati endemici in un certo numero di economie».

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