Foibe, Zagabria attacca di nuovo l’intervento Ue

Zagabria. La polemica sulle foibe non si placa. Alle pesanti parole del presidente croato Stipe Mesic, sia contro il discorso del nostro capo dello Stato Giorgio Napolitano, in occasione del «giorno del ricordo», sia contro la Commissione Ue intervenuta in favore del Quirinale, ieri si sono aggiunte quelle del premier di Zagabria Ivo Sanader che ha definito «inaccettabile» l’intervento europeo. «Voglio credere che la portavoce della Commissione europea non avesse tutte le informazioni quando ha fatto quella critica inaccettabile e di parte - ha detto Sanader -. Inaccettabili sono i commenti (di Napolitano) riguardo la pulizia etnica e la barbarie slava. La Croazia condanna tutti i crimini, ma il confronto deve essere sui fatti».
«I crimini commessi durante la Seconda guerra mondiale devono essere condannati ma anche chiariti», ha aggiunto il premier croato che è tornato a chiedere l’istituzione di una commissione congiunta che indaghi sull’uccisione di 15mila italiani in Istria e in Dalmazia nel periodo 1943-1945. «Tutte le vittime e le loro famiglie hanno il diritto all’accertamento della verità». Sanader ha assicurato che la Croazia è pronta a fornire tutte le informazioni più dettagliate legate a quegli eventi.
La Farnesina, dal canto suo, ha ieri ribadito che le posizioni di Mesic «restano inaccettabili perché non trovano alcuna giustificazione nel discorso del presidente Napolitano». D’altra parte, l’Italia auspica che le incomprensioni con la Croazia vengano superate. «È un episodio circoscritto, speriamo che questa incomprensione venga superata», ha affermato Pasquale Ferrara, portavoce del ministero degli Esteri.

«La valutazione sull’avvicinamento della Croazia agli standard di adesione all’Unione europea appartiene alla Commissione», ha detto il portavoce rispondendo ai giornalisti sulle possibili ripercussioni del «caso foibe» sull’ingresso di Zagabria nella Ue.

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