Che coshanno in comune la Robin Hood Tax sui guadagni dei petrolieri, labolizione della tassa sulla bilancia, lo sconto automatico sui carburanti, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali? E ancora, che cosa unisce la semplificazione legislativa, la modifica dei contratti a termine, la cancellazione delle province maggiori e delle comunità montane? Sembrerebbe, quella del governo, una delle più classiche manovre omnibus: di tutto, di più, un occhio a un interesse particolare, un occhio a quellaltro interesse, un colpo al cerchio, uno alla botte.
Non è così, e tentiamo di spiegare perché questa manovra si collega ai primi provvedimenti del «Berlusconi IV», leliminazione dellIci prima casa e la detassazione degli straordinari. La premessa numero uno è che il mondo è cambiato, e non in meglio per noi cittadini della vecchia Italia. Un insieme di fattori - dal petrolio a 140 dollari (e forse dopodomani a 150, se non a 200 dollari al barile) allabnorme rincaro dei prezzi alimentari, dallinvasione di prodotti orientali a basso costo allincertezza che regna sui mercati finanziari globali - stanno producendo un impatto formidabile nel microcosmo nostrano. La premessa numero due, ugualmente importante, è che le regole europee concedono a un Paese indebitato come lItalia un margine di manovra assolutamente inferiore a quanto sarebbe necessario per rilanciare i consumi e leconomia. Per capirci, un tax rebate (lo sconto fiscale di George W. Bush) da 140 miliardi per sostenere la crescita, in Europa e in Italia non è possibile.
Nello strettissimo sentiero delimitato da simili muraglie - globalizzazione da una parte e regole di Maastricht dallaltra - cammina il governo. Si è dato un obiettivo primario: quello di dare una mano alle famiglie che vedono ridursi, anno dopo anno e mese dopo mese, il proprio tenore di vita. E così, via lIci sulla prima casa. Quindi, la possibilità di ridurre la rata del mutuo, allungandone le scadenze. Poi uno sconto fiscale se si lavora di più, con gli straordinari detassati. E ancora, un meccanismo che dovrebbe sterilizzare gli aumenti del prelievo fiscale sulla già carissima benzina. Se in casa cè un papà o una mamma con la pensione danzianità, facciamoli lavorare tranquillamente per far salire il reddito familiare, abolendo il cumulo lavoro-pensione. Il taglio delle accise sul gasolio forse riporterà in mare i pescatori. Si tenta, con la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, di far pagare un po di meno acqua e luce. Con la tassa straordinaria sui petrolieri, verrà fuori qualche risorsa per programmi di assistenza. E così via. Chi ha molto guadagnato in questi anni - petrolieri, banche, assicurazioni - pagherà qualcosa in più.
Tutto questo può far respirare le famiglie, ma allo stesso tempo non costa - o costa poco - allo Stato. Ci saranno poi i tagli alle spese dei ministeri. Altri risparmi e semplificazioni potranno giungere dallabolizione di enti superflui o di pratiche defatiganti a carico delle mini-imprese: il tempo è danaro, soprattutto al giorno doggi. Cè infine il vasto capitolo della Pubblica amministrazione, con la ricerca di minori costi e maggiore efficienza.
Ecco che, alla fine, le diverse componenti della manovra si collegano lun laltra in un disegno dinsieme. Però non tutti concordano con questa strategia. Cè chi ha visto il ministro dellEconomia Giulio Tremonti nei panni di una sorta di Grande Elemosiniere del Duemila.
Gian Battista Bozzo
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