Politica

Foto pornosoft per la donna che accusa Goria

Le immagini della Morellato apparivano su un sito di sesso amatoriale. Ma ora sono sparite

Marino Smiderle

da Vicenza

Nel giorno in cui si apprende che il pm di Vicenza Paolo Pecori ha chiuso le indagini preliminari, internet apre nuove «prospettive». Michela Morellato, la diciannovenne di Creazzo (Vicenza) che ha denunciato il giornalista della «Rai» Amedeo Goria per molestie sessuali, è comparsa ieri senza veli sul sito Tgcom.it. Al di là dell’innegabile prorompenza («Il mio è un seno naturale», tiene a precisare l’interessata), il fatto che queste immagini siano state ricavate da un sito pornosoft non depone a favore dell’ingenuità della giovane vicentina, che prima ha denunciato il giornalista per molestie, e poi, con la complicità delle «Iene», gli ha conciato un trappolone mediatico. Nel quale il giornalista («se mi diverto con te ti aiuto, sennò...») è caduto in pieno. «Sapevo che c’erano quelle foto in giro - spiega Michela Morellato -, le ho fatte quando avevo 18 anni. Volevo sfondare nel mondo dello spettacolo e mi avevano detto che usava così».
Non sono foto porno, va detto. Sono scatti che illuminano la quinta misura di seno e fanno bella figura sul book di un’aspirante modella. Però erano finite su un sito legato al sesso amatoriale. Il mistero sta nel fatto che, dopo la trasmissione della puntata delle Iene, quelle immagini sono scomparse dalla rete.
«Macché mistero - sbotta la giovane vicentina - è stato il mio avvocato a farle togliere, proprio perché io non avevo dato alcuna autorizzazione alla pubblicazione in quel sito. Le avevo fatte per un’agenzia che pensavo seria e me le sono ritrovate in internet. L’autorità giudiziaria ha disposto l’oscuramento di quel sito proprio perché mancava qualsiasi autorizzazione. Se poi vogliono usare quegli scatti per far passare il mio molestatore per una vittima, be’, si sbagliano di grosso. So io cosa ho passato».
Non parla mai del presunto molestatore, proprio perché, come tiene a sottolineare il suo avvocato, Cesare Dal Maso, quel nome non è mai stato fatto dalla sua assistita. Dal canto suo il giornalista della Rai ha riferito di essere rimasto vittima di un raggiro e, in attresa di chiarire la sua posizione nelle sedi competenti, si è autosospeso dal video. In suo soccorso è intervenuta un’altra vicentina, Antonella Re, un’aspirante attrice (ha avuto qualche particina con Tinto Brass) che ha dichiarato al Giornale di Vicenza di aver dormito a casa del giornalista senza subire alcuna avance. «Con me si è comportato da signore», ha riassunto la Re.
«Con me no - insiste invece Michela Morellato -. Quando ci fu il Giro d’Italia nel Vicentino e mi invitò a cena pensai davvero che volesse aiutarmi a trovare spazio in tv. Invece mi ha fatto chiaramente intendere cosa voleva da me e io sono rimasta scioccata. Quella sera sono tornata dai miei genitori in lacrime. Ho raccontato quel che mi era successo e ho capito che se questo era il prezzo da pagare per entrare nel mondo dello spettacolo, sarebbe satto meglio rimanerne fuori».
Poi però ha cambiato idea e ha telefonato alle Iene spiegando quel che le era capitato. Di qui l’idea di conciare il trappolone, da cui il giornalista esce piuttosto male. Mentre i microfoni e le telecamere di «Italia Uno» registravano impietosamente il tentativo di rimorchiarla («Ti devo prima vedere, ti devo costruire...»), l’inchiesta della procura vicentina per molestie sessuali e atti osceni in luogo pubblico era già partita da tempo.

«L’ho fatto per vendetta - dice la giovane -, non voglio che altre subiscano questo trattamento».

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