Quando le tensioni sui mercati finanziari tendono a crescere e, durante le fasi di alto rischio, aumenta la richiesta da parte degli investitori internazionali (soprattutto quelli più benestanti e meno propensi a rischiare) di valute forti: franco svizzero, yen e dollaro statunitense. Tuttavia, mentre la valuta giapponese insieme al biglietto verde registrano di solito un apprezzamento durante le fasi di aumento dei rischi legato al rimpatrio degli investimenti, il franco svizzero, al contrario, va incontro a una significativa pressione al rialzo derivante dalla domanda estera. L'ultima volta in cui si è registrato tale fenomeno è alla conclusione della crisi finanziaria, quando il franco, in meno di 4 anni, ha registrato performance superiori all'euro di circa il 50%. Da quando la Banca nazionale svizzera aveva predisposto il limite del cambio euro-franco a 1,20 nel secondo semestre del 2011, la pressione al rialzo sulla valuta elvetica invece di manifestarsi nell'incremento dei prezzi, si materializzò come un drastico aumento delle riserve valutarie straniere detenute dalla Bns. Per evitare che la moneta unica scendesse più in basso del livello assicurato, la Banca centrale svizzera ha dovuto acquistare più di 200 miliardi di dollari nel primo anno di regime a cambio libero.
«Ci aspettiamo che il rischio per la valuta elvetica sia attualmente bilanciato, con un potenziale piuttosto limitato sia al rialzo sia al ribasso», spiega Joachim Corbach, responsabile valute e materie prime presso Gam, secondo il quale, sebbene la Bns sembri intenzionata ad accettare un leggero apprezzamento nel tempo, un rafforzamento significativo non sarà tollerato per via dei suo effetti negativi sul fronte delle esportazioni e dell'inflazione. Ma per Corbach anche un sostanziale indebolimento del franco sembra improbabile.
«Non appena si indeboliranno i flussi provenienti dagli investitori stranieri, la Bns sarà senza dubbio ben disposta a incrementare l'attuale politica monetaria distorta sui tassi di interesse e ridurre le riserve valutarie straniere. In questo contesto la valuta elvetica continua a rivestire il ruolo di valuta rifugio con un rischio di prezzo contenuto», conclude l'seperto.EMo
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